giorno 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 36 | 37 | 38 | 39 | 40 |

Mark

︎Totentanz
la quarantena

giorno 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 36 | 37 | 38 | 39 | 40 |   tutti i giorni

Mark

Michele, giorno 4

︎


Cumulonembi




🎧Ascolta Michele:






Quando l’azzurro del cielo viene velato in lontananza da imponenti e veloci cumulonembi, soprattutto con la calura estiva, sai bene che può arrivare un temporale. Oggi non fa caldo, l’estate è ancora lontana, il cielo è sfacciatamente azzurro eppure la mia testa è nera, esplode di fulmini, saette e tutte le tempeste che Madre Natura può concepire.

Litigare con Anna è dannatamente estenuante. Soprattutto per il fatto che mi sembra sempre di non avere la meglio. Lei è comunque un passo avanti e la cosa mi fa solo incazzare di più. La rabbia è un fuoco indomabile, quando monta può essere come un tornado e darti una forza incredibile. Oppure può accendersi lievemente, come la dolce e sensuale fiamma di un camino e farti fare cose idiote. Come quando storcevo la coda del mio gatto, buonanima, e lui si dimenava e contorceva, ma io non potevo smettere. Qualcosa me lo impediva. O come quando, a 7 anni, quasi annegai un’animatrice versando dell’acqua nel suo boccaglio mentre faceva snorkeling sulle spiagge di un villaggio turistico di Mazara del Vallo. Per non parlare della minuziosa osservazione sul comportamento di un formicaio quando facevo cadere insetti vivi sopra. Vedere come si dimenavano e venivano portati inesorabilmente ad essere divorati. Naturalmente era interessante anche fare il contrario, la vendetta: le formiche lanciate vive nelle tele dei ragni. Forse era già la rabbia, allora. Forse ero semplicemente un bimbo che voleva fare esperimenti. Forse perché a quell'età mi era letteralmente crollato il mondo addosso con quella terribile scoperta...

Qui non voglio soffocare ne storcere un capello a nessuno. Non voglio nemmeno avvoltolare con la mia bava una preda spacciata nella mia tela. Ma cazzo devo sfogarmi in qualche modo. Sono sceso nel giardino e ho tirato un sacco di calci al pino di fronte a casa. Domani lo tagliano pure, almeno l’ho allenato al dolore.

Tornare a casa dai suoi, che assurdità. Evidentemente non le vanno bene tutte le mie attenzioni, le mie cure. Le cucino, pulisco, le compro da mangiare. Forse non vanno bene i miei pensieri, i miei discorsi. La mia intelligenza non è spiccata come la sua. Le ho urlato addosso come non mai. Mi ha guardato come un cervo impaurito. Ora mi sento pure in colpa, cazzo! Mi sono calmato, le ho chiesto scusa, ma c’è sempre quella sensazione che mi fa rizzare i peli sulla nuca, come un animale che fiuta il pericolo. Eppure il pericolo dovrebbe venire da fuori la nostra tana, con questa merda di virus che sta facendo impazzire il Paese. Stiamo qui calmi e tranquilli, no? Chi ci ammazza?! Mi sembra tutto così facile da capire, una ovvietà.

Fanculo, mi accendo una sigaretta.