Michele, giorno 27:
Il Canto delle Sirene - V Cornice
«Che hai che pur inver’ la terra guati?»,
la guida mia incominciò a dirmi,
poco amendue da l’angel sormontati.
Ho ricercato negli archivi online dell’Università, non ho trovato riferimenti che rispondano al nome di Schneider... sembra che negli ultimi anni nessuno con quel cognome abbia frequentato il corso. Quantomeno non alla Statale.
Mi ritorna alla mente quel Felix, studente costretto ad arruolarsi e combattere per il Terzo Reich. Penso alla guerra di allora e a quella silenziosa che si combatte oggi. Avrei le palle di arruolarmi nell'esercito dei sanitari? Sarei in grado di mettermi al servizio facendo turni incessanti di ore ed ore senza nemmeno poter andare a pisciare? Due modi di combattere totalmente diversi. Uno mette in palio il proprio sangue per un ideale in cui, forse, nemmeno crede. O quanto meno per il suo popolo. Un altro lo fa donandosi, per combattere un nemico invisibile. Donare. Non soldi, non oggetti, ma la propria vita e salute per salvarne un'altra. L'idea mi spaventa a morte. E allo stesso tempo provo rimorso nel sentirmi così avaro del mio benestare, del mio essere.
Attaccarsi ai piccoli eventi positivi quotidiani... Felix almeno aveva i suoi compagni di battaglione con cui condivideva il suo destino. Ora chi abbiamo? Soprattutto, chi ho con me? Oggi si è soli. Più che mai. Torneremo ad abbracciarci più forte di prima, questo dicono. Ma sarà poi vero? Mi chiedo chi si abbraccerà subito e chi invece avrà il terrore ancora appiccicato addosso di venire contagiato da chissà cosa. Prima di poter uscire e potersi toccare temo debba passare ancora parecchio tempo.
Devo essere positivo come Felix e intensificare le energie nella mia ricerca. Devo muovermi fisicamente. L'idea di andare a Milano e cercare mio padre si è ancorata nel mio cervello.
Un'idea che ha una voce seducente come il canto delle sirene…
Mi han sempre suscitato terrore. Donne meravigliose dalla forma mezzo animalesca che attirano i poveri marinai deboli di cuore e li trascinano nelle profondità degli abissi per poi divorarli. E se la mia idea mi portasse alla stessa sorte?
Vorrei candidarmi per un servizio di consegna a domicilio e trovare finalmente il luogo dove vive Schneider. Ma in fondo, cosa può risolvere un incontro veloce tra una consegna e l'altra? Anche ammesso che trovi l'indirizzo giusto. L'impulso ad andare è irrefrenabile ma per una questione tanto delicata come questa forse dovrei adottare una strategia diversa dalla mia solita impulsività.
Cercare, cercare e ancora cercare.
In cosa sono bravo davvero? Qual è il mio talento? Leggo molto, sì. Ma questo lo può fare chiunque abbia un minimo di attenzione. Ma qual è la cosa che potrebbe essere utile alla società, a me stesso? Il mio interesse, mi è chiaro solo ora, è sempre stato quello di scavarmi dentro e trovare il magma di fuoco che si trasmuta in rabbia incontrollabile e che erutta appena ne ha occasione. Senza blocchi, senza possibilità di filtro.
È proprio questa la strategia vincente, quella che mi ha permesso di trovare tutti gli indizi che ho raccolto fino ad ora.
Le sirene continuano a cantare, ma le mie braccia sono saldamente legate all'albero maestro del vascello della mia ragione. Le voglio ascoltare, come Ulisse non mi tapperò le orecchie. Ascoltare la voce del mio impulso animalesco, della mia rabbia, della mia foga e impazienza, può farmi imparare qualche cosa.
Vorrei candidarmi per un servizio di consegna a domicilio e trovare finalmente il luogo dove vive Schneider. Ma in fondo, cosa può risolvere un incontro veloce tra una consegna e l'altra? Anche ammesso che trovi l'indirizzo giusto. L'impulso ad andare è irrefrenabile ma per una questione tanto delicata come questa forse dovrei adottare una strategia diversa dalla mia solita impulsività.
Cercare, cercare e ancora cercare.
In cosa sono bravo davvero? Qual è il mio talento? Leggo molto, sì. Ma questo lo può fare chiunque abbia un minimo di attenzione. Ma qual è la cosa che potrebbe essere utile alla società, a me stesso? Il mio interesse, mi è chiaro solo ora, è sempre stato quello di scavarmi dentro e trovare il magma di fuoco che si trasmuta in rabbia incontrollabile e che erutta appena ne ha occasione. Senza blocchi, senza possibilità di filtro.
È proprio questa la strategia vincente, quella che mi ha permesso di trovare tutti gli indizi che ho raccolto fino ad ora.
Le sirene continuano a cantare, ma le mie braccia sono saldamente legate all'albero maestro del vascello della mia ragione. Le voglio ascoltare, come Ulisse non mi tapperò le orecchie. Ascoltare la voce del mio impulso animalesco, della mia rabbia, della mia foga e impazienza, può farmi imparare qualche cosa.