Michele, giorno 32:
Verba Scripta
Ciao,
ho deciso di scriverti una lettera, non avendo altro modo con cui poterti parlare. Il foglio e la penna possono aiutarmi ad esprimere meglio quello che vorrei dirti.
Mi chiamo Michele. Non sono tuo amico né ci siamo mai conosciuti. Probabilmente nemmeno ti immagini la mia esistenza.
Sono tuo fratello.
Già, una bel pugno in faccia eh?
Tuo fratellastro.
Nostro padre ha avuto una storia con mia madre ventisei anni fa. Io sono il frutto di quella scappatella durata mesi. So che tua madre allora si era ammalata. Sta bene ora?
Già, una bel pugno in faccia eh?
Tuo fratellastro.
Nostro padre ha avuto una storia con mia madre ventisei anni fa. Io sono il frutto di quella scappatella durata mesi. So che tua madre allora si era ammalata. Sta bene ora?
Sei più grande di me. Sei musicista anche tu? Hai girato con papà nelle sue tournée? Ora sarete chiusi a casa a studiare ed esercitarvi. Spiacente, il vostro sangue presenta una macchia: io non sono un musicista. Ho intrapreso la facoltà di Filosofia sperando di capirci qualcosa di tutto quello che mi sono chiesto negli anni. Le ragioni del perché Richard non mi volesse. Mi voleva morto, sai? Ha chiesto a mamma di abortire. L’ha pagata per giunta. Ma lei non ha mosso un dito. La mano che scrive è un’appendice corporea della singolarità di coscienza scaturita da tutte le scelte fatte dagli attori di questo dramma.
Com’è stato essere il suo figlio prediletto? Come ti ha educato alla sua arte, alla musica? Ti sei mai ribellato? Hai preso una strada totalmente diversa? Mi chiedo come saremmo cresciuti insieme in una realtà parallela. Tu, il fratello maggiore, che prendi a botte me. Per gioco, per puro piacere di fare la lotta. Qualche volta mi avresti fatto male sul serio e mi minacciavi con non ti azzardare a dirlo a papà sennò ti gonfio il doppio!
Magari saresti stato sempre lì a difendermi. Magari no. In questa vita sono io quello che le dava agli altri, o li difendeva, se mi andavano a genio. Io ero quello forte o che ha dovuto dimostrarsi tale per non crollare come un castello di carte al soffio del vento.
Ora con questo microbo che ha inceppato gli ingranaggi del mondo è arrivata una bufera e mi chiedo come sarebbe il nostro incontro. Ci guarderemmo in cagnesco pronti ad azzannarci da un momento all’altro? Oppure potremmo prenderci una birra e provare ad abbozzare qualche parola imbarazzata?
Ora con questo microbo che ha inceppato gli ingranaggi del mondo è arrivata una bufera e mi chiedo come sarebbe il nostro incontro. Ci guarderemmo in cagnesco pronti ad azzannarci da un momento all’altro? Oppure potremmo prenderci una birra e provare ad abbozzare qualche parola imbarazzata?
Chissà con quante donne sarai stato grazie al tuo talento. O sei uno di quelli che si chiude nel suo studio per esercitarsi fino a far sanguinare le dita? Magari sei omosessuale. Oppure sei sposato e io sono già zio. Non mi dispiacerebbe avere un nipote ma non ho fratelli o sorelle che possano darmene. Non in questa vita, in questa famiglia.
E se tu sapessi tutto e fossi al corrente della scelta di papà? Se fossi d’accordo con lui sul cancellare tutto con un colpo di spugna, o meglio, di soldi?
Due contro uno. Una lotta impari. Eppure la prima terribile battaglia l’ho vinta io. Sono qui. Ci sono. Vivo e vegeto. Non porto il vostro cognome ma il vostro sangue scorre caldo più che mai nelle mie vene. C’è ancora una guerra da vincere.
Mi piacerebbe guardarvi dritto negli occhi per osservare la vostra reazione nel vedermi o nel leggere queste parole.
Due contro uno. Una lotta impari. Eppure la prima terribile battaglia l’ho vinta io. Sono qui. Ci sono. Vivo e vegeto. Non porto il vostro cognome ma il vostro sangue scorre caldo più che mai nelle mie vene. C’è ancora una guerra da vincere.
Mi piacerebbe guardarvi dritto negli occhi per osservare la vostra reazione nel vedermi o nel leggere queste parole.
Tranquillo, non scrivo per essere incluso nel testamento di Schneider. Tenetevi i vostri soldi, non mi interessano. Mi interessa solo sapere il perché. Perché lasciarmi andare così. Precludermi il suo, il vostro universo. Separarmi da una vita cresciuta con lui e con te. Perché trasformarci in nemici.
La risposta la voglio ascoltare tramite il suono della sua voce. E anche della tua.
Scegliete voi il posto e l’ora. Possiamo sederci ad un tavolo e parlarne da uomini.
Tranquilli. Offro io.
Tuo fratello,
Michele.
La risposta la voglio ascoltare tramite il suono della sua voce. E anche della tua.
Scegliete voi il posto e l’ora. Possiamo sederci ad un tavolo e parlarne da uomini.
Tranquilli. Offro io.
Tuo fratello,
Michele.