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Mark

︎Totentanz
la quarantena

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Mark

Michele, giorno 33


Briciole



Il mazzo di carte è stato mischiato un’altra volta.

Voglio tralasciare le figure da idiota che ho fatto chiamando gli unici due Schneider trovati sulle pagine bianche a Milano…

Mentre attaccavo il telefono mi è arrivata una mail dall’Università. Si scusano per il ritardo della risposta, ma hanno effettivamente trovato un certo Richard Schneider nei loro archivi. Io avevo cercato per conto mio nel loro database online dimenticandomi completamente che avevo chiesto un ulteriore riscontro via mail.

Richard Schneider ha frequentato la Statale iscrivendosi, per ironia del caso, proprio alla facoltà di Filosofia. Ha abbandonato gli studi per i troppi impegni musicali. Aveva già finito il Conservatorio a 18 anni. Pare abbia anche insegnato per qualche anno alla Scuola Civica di Musica a Milano, di cui non sapevo nemmeno dell’esistenza.

Richard a Filosofia. Che cosa volevi mai capire della tua vita? Avevi forse timore di quella tua carriera da musicista? C'era qualcosa che non andava in te? Che relazione avevi con tuo padre?


Altre briciole di pane che trovo sul mio sentiero… devo stare attento alla fiaba in cui mi sto cacciando. Hansel e Gretel avevano una strega da affrontare. Ma erano in due. Io sono da solo. Sono più simile a Pollicino. Lui aveva come nemico un orco, con sette figlie. Io un padre e un fratellastro.

Da quando ho scritto quella lettera ha preso forma anche quest'altro volto senza nome. So di non avere nessuna prova della sua esistenza, ma per me è dannatamente reale. Un rivale. Il figlio accettato, adorato, amato. L'erede al trono. Io sono la cellula di DNA vagante, il frutto della scappatella del Re con una sua suddita, il sangue blu misto a quello della plebe. Mi sento come Edoardo V all'ombra di Riccardo III. I nomi dei personaggi di quella e di questa storia sono minacciosamente uguali. Ma ho un vantaggio. Non sono rinchiuso nella Torre di Londra e loro non sanno nemmeno che esisto.

Di colpo mi è venuta un'idea.

Ricercando negli archivi della Scuola Civica di Musica pare che Schneider abbia tenuto seminari proprio fino agli anni '90. Lo zio di Elia mi ha già fornito nome e cognome di mio padre, ma può anche darsi che conosca qualche collega musicista che abbia insegnato in quella scuola, o qualcuno che possa conoscere qualche insegnante.

Possibile che di nuovo possa ottenere informazioni da Elia? Non è un'ipotesi da scartare.

Mi si formano nelle mente le immagini di possibili vie d'uscita da questo labirinto. Scene di possibili incontri con l'orco. Suono il campanello di un palazzo signorile di Milano, si apre il portone e mi trovo davanti Richard e figlio che mi guardano esterrefatti, dopo essermi presentato come Michele Schneider.


Sento l'eccitazione risalire la mia spina dorsale. Gli stivali che Pollicino ha rubato all'orco sono ai miei piedi e mi stanno facendo prendere velocità verso la via di casa.

Corro a chiamare Elia e spiegargli la situazione.

Poi, di nuovo, sarà attesa.