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Mark

︎Totentanz
la quarantena

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Mark

Michele, giorno 31


Backstage




Le maschere del mio passato si susseguono una dopo l’altra sul palco della mia coscienza. Sembrano sorridermi. Ne ho sempre avuto il terrore.


Quei colori così innaturali…

Quelle ombre così imponenti…

Quei lineamenti plastici…

Mi richiamano dietro le quinte. Mi invitano a seguirle nel retropalco.

Nel backstage dove tutta la magia assume regole logiche, i misteri sono svelati e il trucco viene ricalcato, per fare in modo che lo spettacolo funzioni, che continui.

Scavare.

Tornare nel mio passato. Cercare la chiave di Volta che sostiene le arcate su cui ho basato la mia esistenza.

Scavare.

Trovare quell’informazione che permette all’attore di andare avanti nel suo copione.

Ancora scavare.

Non ho dimenticato la battuta, io non l’ho mai saputa. Ho il suggerimento dalla buca. Un nome. Dove trovo il resto? Come si improvvisa in scena?

Catone!


Ormai viene a trovarmi tutti i giorni. Stanotte è rimasto a dormire. Devo comprargli del cibo.

Lui è posato. Lui lotta e si lecca le ferite. E rilotta.

Contempla il suo piccolo mondo.

Per lui è tutto l'universo.

Non riesco a dormire con tutti questi pensieri.

Non riesco a dormire con Catone sul letto che continua a cambiare posizione.

Scavare.


Gli alberi fuori mi guardano, sembrano voler incitarmi, darmi delle istruzioni.

Come imparo la loro lingua? Come imparo a coniugare il verbo degli uccelli? A suonare le note dei rospi che nascosti tra le fronde cantano la loro opera?

Scavare.

Ascoltare.

Scavo.

Ascolto...