giorno 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 36 | 37 | 38 | 39 | 40 |

Mark

︎Totentanz
la quarantena

giorno 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 36 | 37 | 38 | 39 | 40 |   tutti i giorni

Mark

Michele, giorno 10

︎


Epifania



🎧Ascolta Michele:



Oggi ho iniziato ad aprire i cassetti della mia camera e a curiosare nella libreria che non è mai stata ordinata da che ho memoria. È come profanare la tomba di un Faraone, piena di insidie e pericoli. La piramide la conosci molto bene, soprattutto la maledizione che la abita. Ogni volta, però, riscopri vecchi tesori. I diari delle superiori, i disegni di tecnica delle medie, il quadretto dorato composto da fusilli e penne fatto all’asilo. Tra i tanti diamanti preziosi ne ho trovato uno che inevitabilmente ha risvegliato il dragone posto a sorveglianza di tutto quell’oro. Una foto di quando avevo 5 anni, col mento alto e il sorriso innocente.



Già le squame frusciano mentre il bestione comincia a destarsi… a quell'epoca ancora non sapevo.

Dicono che non si hanno molti ricordi prima dei 7 anni, ma questo me lo ricordo bene. Eccome se me lo ricordo. Era una giornata primaverile, marzo mi ha sempre portato qualche vento di cambiamento. Io stavo tornando dal corso di mini-basket che tenevano nella palestra vicino a casa, un tendone bianco e verde con all'interno un campo di pallavolo e ovviamente di pallacanestro. Scesi dall’auto della madre di Elia, mi avviai verso casa e mentre salivo le scale sentivo mamma e Amos litigare forte. Mi bloccai per ascoltare, incerto su cosa fare.

- Ah, io sarei il bugiardo?! E quando mi dicesti che quasi sicuramente eri incinta di un altro? Poco tempo dopo il nostro matrimonio! Ti ricordo che tu mi hai mentito su Michele! Ho accettato comunque di crescerlo come se fosse mio figlio! - urlava Amos.

E la voce di mamma: - Ora basta, ne parliamo dopo, potrebbe tornare da un momento all’altro… -

Il resto è perso nell’oblio del tempo.

Bum. Le ali si spiegano, il ruggito mi rompe i timpani, il fuoco esce dalla gola del mostro e distrugge la piramide. Crolla tutto. Nell’arco di pochissimi secondi potevo sentire gli uccellini cantare fuori, il vento soffiare accarezzando le foglie degli alberi. Il mondo continuava a girare come se niente fosse successo. Com’era possibile? Il mio universo era imploso in un tonfo secco e sordo. Tornai indietro fino al cancelletto e rifeci la strada correndo ed entrando in casa con un entusiasmo doppio. Non dovevano sapere che avevo sentito. In qualche modo mi sentivo colpevole di aver scoperto un segreto per me così terribile. Ascoltando, anche se involontariamente, avevo rotto un incantesimo, frantumato un equilibrio. Da quel giorno non andai più al corso di mini-basket.
Papà… non era Amos. Smisi di chiamarlo papà quella volta che litigammo dopo che la signora Colzani mi beccò a fumare. Finsi per quasi 10 anni chiamandolo . Solo quando iniziai ad andare all’università il nostro rapporto si è un po’ disteso. Sì, mi ha cresciuto lui. Ma sono stato io a tirare fuori la verità. A 14 anni. Io continuo a chiamarlo Amos, è un nome che mi piace. Mamma a quel confronto adolescenziale mi disse semplicemente che il mio vero padre era sparito nel nulla lasciandola incinta e sola. Non posso accettare che sia svanito nel nulla. Ci deve essere qualcos’altro. Non sono più tornato con mamma sull’argomento, le faceva troppo male. Era tabù e l’avevo già infranto due volte.

Ciliegina sulla torta. Ho trovato il bigliettino d’auguri che mi aveva scritto Anna per i miei 22 anni, quasi un anno fa ormai.

Cazzo, che palle piangere.