Sofia, giorno 34:
Crescendo
Sto cercando di risalire la china. Trovare la scatola con la tesi e i libri è stato un bel tuffo nel passato. Non avrei mai pensato che papà la conservasse...
Per me segnava proprio la fine delle mie sofferenze e l'inizio di una nuova vita. Chissà cosa ha significato per lui. Il suo ultimo fallimento?
Ma come siamo arrivati a quel punto papà?
Come mi hai portato ad una tale esasperazione? A sentire in un inno alla Gioia un canto di vendetta e odio. Quando è successo?
Dopo la morte della mamma, quando avevo 10 anni.
All'inizio papà sparì e io per un periodo stetti con i genitori di mamma, poi però, quando tornò, non mi mollò più. Le mie giornate erano tutte programmate. Ogni momento che non passavo a scuola o a fare i compiti dovevo stare seduta al pianoforte. Ogni tanto mi facevo qualche amica al corso di musica, ma non avevo mai il permesso di andare a giocare a casa sua e quindi presto mi rimpiazzavano. Poi è arrivata l'adolescenza con un grosso, enorme desiderio di ribellione. Incominciai a dire bugie al papà per passare i pomeriggi fuori casa. Gli inventavo che i professori ci chiedevano di preparare dei progetti in gruppo e che andavamo tutti a studiare da... Chiara, Francesca, Leonardo, chiunque. Lui non sapeva i nomi dei miei compagni di classe. Stavo sempre con le mie tre amiche con cui avevo fatto gruppo: Chiara, Ilaria e Francesca. Spesso passavamo i pomeriggi a sfogliare i poster dentro un negozio di dischi in centro. Un giorno mi sono avvicinata ad una di quelle cuffie da cui potevi sentire le nuovo uscite e me lo sono messe. Ricordo d'aver sentito una musica assurda, confusionaria, apparentemente senza armonia e con delle voci gracchianti e incomprensibili. Erano le Spice Girls. Mentre rimettevo apposto le cuffie Chiara me le prese di mano e se le mise dicendo una cosa tipo O mio Dio ma è il nuovo single delle Spice!!
Così capii che per essere parte del gruppo e per essere una vera rivoluzionaria ribelle, quelle Spice Girls dovevano piacermi.
Così di punto in bianco, al posto del poster di Beethoven appeso in camera avrei tanto voluto quello di Nothing Hill.
Quelli furono gli anni della rivoluzione. Io che fino a quel momento ero cresciuta con i racconti della storia d'amore tra Clara Wieck e Robert Schumann. Lei che era la talentuosa pianista figlia di Johann Wieck, l'insegnante di Schumann, che fin da subito si oppose al matrimonio fra i due perché non considerava Schumann abbastanza famoso e facoltoso. La loro storia d'amore è considerata la più fruttuosa unione musicale della storia, ed è anche infinitamente triste. Schumann impazzì e passò gli ultimi anni da solo in manicomio, continuando sempre a comporre musica. Dopo due anni e mezzo di lontananza Clara potè finalmente andare a trovarlo ma lui era talmente cambiato che stentò a riconoscerlo, mentre Schumann la abbracciò e le sorrise. A questo punto di solito già si piange, ma non è finita qua. Lui morì il giorno dopo quella visita, come se avesse aspettato di rivederla per andarsene. Clara Schumann continuò a suonare e fare tour per l'Europa ed ebbe una lunga relazione con Brahms, pupillo di suo marito. Si dice, oggi, che un connubio musicale e amoroso simile sia stato quello tra la Du Pre e Barenboim.
Comunque lei e Barenboim, pianista, cavalcavano la cresta del successo negli anni '60. Giravano il mondo suonando Elgar, Dvorak, Mozart, incantando migliaia di persone. Erano famosi, ricchi, bravi da morire e in più si amavano, tanto. Una vita da sogno. A questo punto di solito già il cuore batte forte forte, ma non è finita qua. La storia diventa straziante tanto che Jack e Rose sul Titanic gli fanno un baffo. La Du Pre ha smesso di suonare a 28 anni per via della sclerosi multipla. Esatto. La stessa età in cui Beethoven tentava il suicidio. Così è cominciata una lenta e lunga malattia che l'ha allontanata dal suo violoncello, dalla musica e dal mondo. Forse se sei famoso e riesci a sopravvivere i 27 anni, come non hanno avuto la fortuna di fare Janis Joplin, Kurt Cobain, Amy Winehouse, Jimi Hendrix e altri, a 28 ci pensa il destino a metterti da parte?
Che facevo io a 28 anni? Dov'ero?
L'adolescenza è sempre un momento di rottura. È il momento in cui i figli uccidono i padri, è così. Il fatto è che papà era talmente incapace che mi ha lasciata andar via, così, con soltanto l'astuccio del cucito.
Perché non mi ha fermata?
Dopo la bocciatura all'8° di pianoforte non ha più messo bocca nelle mie decisioni. L'unica cosa che continuava a ripetermi con rabbia, quando era un po' sbronzo, soprattutto nell'ultimo periodo, era che ero stata una cretina a bocciare quell'esame. Tutto qua. Per il resto più niente.
Forse bocciando l'8° ti ho dato un colpo così doloroso che anche tu desideravi che me ne andassi, che anche per te era arrivato il momento di uccidere tua figlia?
Papà. Ma tu, mi odiavi?