Sono salita dal Lazzareschi e ho trovato tutto come avevo lasciato: finestre spalancate, i pochi piatti da lavare nel lavello e la bottiglia di grappa con il bicchierino ancora sul tavolo del salotto, con il giornale di ieri intonso appoggiato lì accanto. Ramòn è uscito dalla camera da letto scodinzolando. L'ho portato al parchetto. Quando siamo tornati Aldo era sveglio e stava uscendo dal bagno. Camminava verso il letto con una lentezza impressionante e quando finalmente si è seduto aveva il fiatone. Sembrava invecchiato di 10 anni.
Con la vecchiaia ogni piccola cosa diventa una grande impresa. Ci si sente un po' eroi anche a riuscire a far pipì. Mi ha detto sorridendomi.
Aveva 37.6 di febbre e la tosse mi sembrava uguale a ieri. Ho richiamato il medico e mi ha detto di dargli la tachipirina e di chiamare il numero di emergenza solo se la situazione precipitava. lI tampone lo fanno solo a chi viene ricoverato con sintomi gravi, per ora non si può fare altro. Ho passato la giornata tra casa mia e casa sua e in uno degli andirivieni tra il 2° e il 3° piano la signora Ceni, madre di Caterina e dirimpettaia del Lazzareschi, si è affacciata sul pianerottolo con indosso la mascherina e mi ha parlato tenendosi a 2 metri di distanza. Voleva sapere se andava tutto bene. Sì, sì. Solo un po' di febbre e un po' di tosse le ho detto ma niente di sospetto. Ho visto il terrore nei suoi occhi. Tienici aggiornati mi ha risposto prima di barricarsi in casa. Credo che Caterina dovrà tenersi la voglia di fumare per un po'. A pranzo sono rimasta a casa mia, il Lazzareschi dormiva con Ramòn e io, al solito, avvolta nel silenzio denso delle ore post-prandiali dei condomini milanesi, mi sono lasciata sprofondare nei mille pensieri girandomi e rigirandomi tra le mani le lettere di papà per Giada Brenna.
La domanda che mi ronzava in testa era una: è stato questo tradimento a far ammalare la mamma?
Sembra una follia, ma queste cose non succedono mai per caso, no? E poi ho o no un fratello o una sorella? E se ce l'ho allora significa che devo dividere l'eredità? È importante che trovi il testamento. Questa Giada Brenna potrebbe rivelarsi una di quelle opportuniste attaccate ai soldi. Soldi soldi soldi. Non è colpa mia se lo stato non mi riconosce nessun indennizzo per questa Covid-19, mi devo tutelare, chissà quando riapriranno i teatri.
Nel pomeriggio sono tornata dal Lazzareschi. Era sveglio, si era tirato a sedere sul letto e faceva le coccole a Ramòn. Si è lamentato di tutto quel silenzio e mi ha chiesto nuovamente se potevo suonare il pianoforte il Chiaro di Luna, una volta sola. Mi sembra ieri che lo studiavi. E io ho risposto nuovamente di no tirando fuori il diario di Brigitte e riprendendo la mia lettura da dove avevo lasciato ieri. Credo che Brigitte sia una delle figlie del tuo bisnonno Artur. Aveva tre figli e mi pare che solo Karl studiò a Milano, mentre gli altri due tornarono in Germania con la tua bisnonna Christine prima della guerra.
Incredibile. Ho pensato che quando Lazzareschi morirà si porterà nella tomba tutta la storia della famiglia Schneider. Papà mi ha sempre raccontato aneddoti del nonno e del bisnonno, anche con una certa insistenza, ma io li ho dimenticati tutti o quasi.
È difficile tradurre in simultanea quando si ha la testa piena di preoccupazioni e il Lazzareschi ha cominciato a guardarmi di nuovo con quello sguardo che mi fa sentire scomoda.
Mi ha chiesto se andava tutto bene e io gli ho risposto il solito e frettoloso sì.
Testarda come tuo padre ha borbottato ma ricordati che ti tengo d'occhio.
Mi si è tappata la vena, non ne potevo più dei suoi continui paragoni col papà. Per la prima volta gli ho risposto dandogli del tu e alzando la voce.
Smettila di paragonarmi a lui. Era un uomo senza cuore. Mi ha fatto solo male nella vita, sia a me che alla mamma.
Tuo padre era come una bestia ferita. Sai come fanno le bestie ferite? mi ha detto con la calma di chi è molto, molto stanco. Attaccano perché hanno paura, Sofia. Tuo padre era un uomo ferito dalla vita, rimasto solo.
Rimasto con un mucchio di oggetti inutili e quei maledetti violini! gli ho risposto cercando di mantenere una tono pacato ma lasciando trapelare una frustrazione adolescenziale.
Erano le sue donne quei violini. Ora sono delle belle addormentate Sofia, che aspettano il loro prossimo principe. Hai aperto le custodie? Hai visto come sono belle?
No, non ho ancora avuto il coraggio di aprire le custodie dei violini. Non ho avuto ancora il coraggio di suonare il pianoforte, non ho avuto ancora il coraggio di lasciarmi alle spalle il passato e tornare a Parma, non ho avuto ancora il coraggio di cercare Giada Brenna, nè ho avuto ancora il coraggio chiedere a lui se sa qualcosa di questa storia.
Ho trovato delle lettere di papà gli ho detto. Vorrei che tu le vedessi.
Quel repentino cambio di discorso l'ha spiazzato, ma poi ha sorriso.
Solo se mi porti tre biscotti: due per me e uno per Ramòn.
Sono scesa a casa di corsa per prendere le lettere. Mi sono fermata a guardare i violini nelle loro custodie nere appoggiate in un angolo. Belle addormentate che aspettano il loro principe. Ho pensato a Tchaikovsky. Anche io sono una bella addormentata e aspetto che qualcuno mi dia il bacio del coraggio, per prendere in mano la mia vita.
Quando sono tornata su il Lazzareschi si era addormentato. Non mi ero accorta ma era già tardi. È pazzesco come le giornate volano senza che me ne renda conto. Per un po' sono stata in salotto sperando che si svegliasse. Volevo che leggesse le lettere! Io per un po' ho sfogliato distrattamente il giornale di ieri e poi mi sono messa a scrivere come faceva Brigitte nei suoi diari.
C'è silenzio. Sento il Lazzareschi respirare nell'altra stanza. L'idea di farlo entrare in tutta la trafila ospedaliera mi terrorizza. Ho letto storie di gente lasciata ore sulle barelle in mezzo ai corridoi, sale d'aspetto che sono focolai, disorganizzazione totale, e poi c'è quella cosa che se entra in ospedale poi non posso più vederlo, chissà per quanto tempo. È più di due settimane che non esce di casa, l'unica persona che vede sono io. Dove l'avrebbe dovuto prendere questo maledetto virus? Forse per stanotte posso dormire qua. Questi divani sono così comodi...sento che mi sto addormentando senza incubi e senza bisogno del solito vino o liquore. Forse i demoni che mi perseguitano a casa del papà qua non possono venire...
C'è silenzio. Sento il Lazzareschi respirare nell'altra stanza. L'idea di farlo entrare in tutta la trafila ospedaliera mi terrorizza. Ho letto storie di gente lasciata ore sulle barelle in mezzo ai corridoi, sale d'aspetto che sono focolai, disorganizzazione totale, e poi c'è quella cosa che se entra in ospedale poi non posso più vederlo, chissà per quanto tempo. È più di due settimane che non esce di casa, l'unica persona che vede sono io. Dove l'avrebbe dovuto prendere questo maledetto virus? Forse per stanotte posso dormire qua. Questi divani sono così comodi...sento che mi sto addormentando senza incubi e senza bisogno del solito vino o liquore. Forse i demoni che mi perseguitano a casa del papà qua non possono venire...