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Mark

︎Totentanz
la quarantena

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Mark

Sofia, giorno 21

︎


2020: Valzer di Strauss


Lo hanno portato al Policlinico. Posso arrivarci a piedi da qua, saranno 5 minuti.

Il paziente è stato molto fortunato, l'abbiamo ricoverato giusto in tempo e abbiamo potuto metterlo subito in terapia intensiva.

Aveva il Covid-19.

Ho dormito con Ramòn nel mio letto di quando ero bambina. Mi sono svegliata con il solito odore pungente di cane e il lavaggio delle orecchie. Ho guardato il soffitto sopra di me e ho pensato che ora il piano di sopra era deserto. Prima che mi crollassero addosso macigni, librerie, lampadari, armadi, dispense e tutto quello che avevo attorno sono uscita con Ramòn e siamo andati sul vialone a vedere se per caso il siciliano aveva riaperto. Mi ricordo che era un ometto magrolino con un naso appuntito e un bel sorriso con tanti denti storti. Ramòn mi stava più attaccato del solito, non si allontanava da me più di un metro anche senza guinzaglio. Ho imboccato il vialone gonfia di speranza e con l'acquolina in bocca al sapore di limone, era una giornata di sole bellissima e mi suonava in testa un valzer di Strauss! Il mio entusiasmo è stato stroncato dalla saracinesca chiusa del negozio. Il cartello che c'era appeso si era sbiadito e non si leggeva più niente. Quando i negozi hanno chiuso pensavano di riaprire nel giro di qualche giorno. Torneremo presto ad abbracciarci.

Un mese e mezzo dopo i bandoni sono ancora abbassati e i cartelli colmi di speranza che vi erano appesi sono stati staccati dal vento o sono sbiaditi al sole.

Niente granita al limone per me comunque. Ma perché no, un valzer tra le vie di Milano me lo potevo concedere?

Non avevo voglia di stare a casa, mi prendeva la malinconia. Ho pensato che per un giorno solo potevo far finta di essere in vacanza e potevo gironzolare con Ramòn, come facevo prima che chiudessero tutto, prima che ci chiudessero in casa.






La mia passeggiata innocente si è trasformata in un'odissea piena di sorprese.

Dal primo marzo il mondo è molto cambiato.

Al tabaccaio una signora mi ha dato della stronza perché non avevo la mascherina la mascherina è obbligatoria!

Non lo sapevo le ho detto, ma lei non voleva sentire ragioni, mi stava a 3 metri di distanza e mi gridava che ero un'irresponsabile e che non avevo rispetto per i più anziani. Il tabaccaio è intervenuto dicendomi che da una settimana o più oramai la mascherina era obbligatoria in Lombardia e che lo hanno detto in televisione.

Ma io non ce l'ho la televisione gli ho detto, ma loro non mi hanno creduto.

E poi dove le trovo le mascherine se sono tutte esaurite e nessuna farmacia le ha?
Mi hanno detto che posso mettermi anche una sciarpa o un foulard, l'importate è avere la bocca coperta. Ho preso due sacchettini per la cacca del cane e me li sono legati intorno alla faccia. Era l'unica cosa che avevo sul momento e si è rilevata una soluzione anche piacevole. Erano biodegradabili e profumati.
Per strada tutti avevano la mascherina. Tutti. E tutti mi guardavano come se fossi una lebbrosa. Le persone mi giudicavano perché la mia mascherina improvvisata non era sufficiente per farli sentire sicuri. Anche io li guardavo. C'erano quelli con le mascherine con la valvolina, che camminavano con l'orgoglio di chi si è organizzato in tempo, di chi è più responsabile e previdente degli altri, di chi sta veramente salvaguardando la salute mondiale. C'erano quelli con le mascherine di tnt azzurrine, che erano coloro che rispettavano le regole ma con un po' di sofferenza e senza sbilanciarsi troppo nella spesa. Poi c'erano quelli con le mascherine bianche senza valvola, anche loro fieri del loro oggettino che li rendeva paladini della giustizia. E poi quelli con la mascherina nera, che sono i più tosti di tutti, e quelli con la mascherina a punta che sembra che hanno il becco e mi fanno sorridere. Improvvisamente mi è stato chiaro che le classi sociali ora si distinguono a seconda della mascherina che indossi. Chi ha la mascherina più costosa, chi la più high-tech, chi quella più comune eccetera eccetera. Dimmi che mascherina hai e ti dirò chi sei.

Io ero un pesce fuor d'acqua e gli sguardi che mi venivano rivolti erano quelli che si lanciano alle untrici irresponsabili.
Tutti ci guardavamo tra noi come a cercare di quantificare quanto e come l'altro stesse rispettando le regole. Quanto e come l'altro si stesse sacrificando per la causa. Chissà dove va lui? Chissà perché è fuori casa lei? Ce l'avrà l'autocertificazione?

In molti guardavano con aria preoccupata Ramòn perché trotterellava senza guinzaglio. Ma se non lo lascio libero ora che non ci sono macchine quando lo faccio? Per quelle persone la risposta era una: Mai. I cani stanno legati.

Sono entrata in un fruttivendolo per prendere un po' di verdura e la signora del negozio, che avrà avuto 70 anni forse di più, mi ha guardata sgranando gli occhi

Mi dà 4 zucchine e un cesto di insalata? le ho chiesto, ma lei non reagiva. Continuava a fissarmi incredula.

Va tutto bene? Ho qualcosa che non va?

Questo non è l'abbigliamento adatto signorina mi ha detto. Non ha i guanti e poi è in ciabatte, così, e ... fissava incredula il sacchetto che avevo in faccia.

Non sapevo che fossero obbligatori anche i guanti. E cosa c'è che non va con le mie ciabatte? le ho risposto pronta ad affrontare un'altra discussione assurda. Lei ha di nuovo tirato fuori il fatto che in televisione eccetera eccetera e a quanto pare la televisione è il nuovo messia e io che non la guardo vivo chiaramente su un altro pianeta. Mi stavo divertendo a tener testa alla vecchia quando ho guardato un po' più a fondo nei suoi occhi e ho capito che lei aveva semplicemente paura di me. Anzi era terrorizzata.

Le bestie ferite e impaurite attaccano. Ho ripensato alle parole del Lazzareschi.

Ecco come si sentono i negri e gli immigrati quando vengono qui.

Ho fatto un passo indietro. Ho chiesto scusa e le ho detto che sarei tornata più tardi con un abbigliamento più consono.

Poco dopo ho incrociato un signore della Milano bene, con mascherina blu di tnt, tessuto non tessuto. Stava appoggiato ad un muro, col telefono in mano. Ha cominciato a guardarmi che ero ancora bella lontana da lui. Appena gli sono passata davanti mi ha detto lei la mascherina non ce l'ha? abbassando lo sguardo sul telefono. Mi aveva guardata fino ad un attimo prima e poi aveva abbassato lo sguardo sul telefono proprio per farmi la domanda. Non dovrebbe essere il contrario? Mi è sembrato così strano, come tirare il sasso e nascondere la mano. Io mi sono fermata a due metri di distanza e gli ho detto una bugia l'ho ordinata su internet, mi arriverà in questi giorni.

E lui senza alzare lo sguardo dal telefono mi ha detto *spero che non l'abbia pagata troppo...*e basta. Non ha aggiunto altro. Aveva anche la R moscia, giuro. Per quel signore non c'era un dialogo da fare, in realtà non era interessato a me, alla mia risposta, alle mie motivazioni. Tutto quello che voleva fare era sottolineare la mia inadeguatezza con una frecciatina camuffata da domanda. Ho avuto l'istinto di ringraziarlo per l'interesse e di augurargli una buona giornata, ma mi sono semplicemente allontanata e ho continuato a fare il giro del quartiere con Ramòn che segnava il territorio ad ogni angolo e ad ogni palo vai Ramòn, conquista tutto pensavo.

Poi si è avvicinato alla saracinesca di un bar chiuso. C'era un uomo, con mascherina blu sempre in tnt lì, accanto che lo guardava e guardava me, ma non diceva niente. Ramòn ha annusato, ha annusato, ha annusato e poi TAC, si è fermato e ha alzato la zampetta. In quel preciso momento l'uomo mi ha detto mi avete rotto i coglioni voi con questi cani che mi pisciano davanti al negozio.
Sono caduta dal pero. Come scusi?

Mi ha detto che quel bar è suo e che quando è aperto nello spiazzo davanti ci mette anche i tavolini e le sedie e che deve sempre pulire la piscia dei nostri cani. Mi ha detto che ora che in strada non c'è nessuno posso far pisciare il mio cane sulle macchine. Mi ha fatto notare che c'è un cartello con scritto proprietà privata, divieto di sosta e che dovrebbe essere chiaro che lì i cani non ci devono pisciare e che lui ora deve passare le ore davanti al suo bar chiuso per controllare che non ci piscino i cani perché noi padroni siamo degli stronzi. Mi ha detto che ha una figlia a casa di una settimana che fa cacca e pipì ovunque e che lui la pulisce, come è normale. Proprio così mi ha detto.

Anche io ho una figlia di una settimana a casa. E fa la pipì e la cacca ovunque per terra, ma io la pulisco mica la lascio li.

Cosa potevo rispondere? Sulla saracinesca del suo bar c'era un foglio attaccato di recente con scritto

È nata Emma Vittoria #andràtuttobene
Andrà tutto bene per quell'uomo che passa le sue giornate davanti al suo bar chiuso a lottare contro le pisciate dei cani mentre a casa ha una bimba appena nata?

Mi sono lasciata alle spalle quel Don Chisciotte dicendogli che mi dispiaceva molto per suo problema e l'ho salutato cordialmente.

Senza accorgermene siamo arrivati davanti al Policlinico. C'era un gran viavai di infermieri, medici e persone in generale. Un gran viavai di umanità.
Chissà dove avevano messo il Lazzareschi? Mi hanno detto che non posso assolutamente vederlo, che è addormentato e mi terranno aggiornata. Sono stata un po' con Ramòn al parchetto lì accanto. Lui era felice. Io pensavo invece che c'è un sacco di odio in giro e che speravo che il mondo reagisse con amore a questa crisi e invece la paura ha vinto e ci ha reso bestie. E ora con queste maledette mascherine abbiamo l'illusione di poter dire quello che vogliamo senza pensare a chi abbiamo davanti, proprio come si fa con i social. Come se la mascherina ci sollevasse dalle responsabilità di ciò che diciamo.
Quando sono tornata a casa sulle scale del palazzo c'erano il signore e la signora Ceni con tuta da imbianchino, maschera da sci e mascherina che spruzzavano sgrassatore dappertutto. Mi hanno guardato increduli. La signora Ceni mi ha gridato addosso che se mi vede ancora fuori di casa chiama la polizia. Io le ho detto che Ramòn deve essere portato fuori per i bisogni almeno 3 volte al giorno e che devo pur fare la spesa.
Te la fai portare a casa la spesa! E non sono affari miei se quel cane deve fare i bisogni!! Lo vuoi capire che l'hai attaccato tu il virus al Lazzareschi?

Poi si è barricata in casa lasciando il marito da solo. Lui mi ha guardato con occhi supplichevoli.

Ti ho messo una mascherina nuova e una scatola di guanti in lattice davanti alla porta. Per favore fai attenzione. E ha ripreso a spruzzare sgrassatore e a strofinare energeticamente il corrimano delle scale. Sono entrata in casa. Ramòn si è fiondato a bere alla ciotola dell'acqua. Io mi sono lasciata cadere sulla sedia e mentre i miei occhi si perdevano nelle venature del tavolo di legno, in testa mi rimbombava la voce della signora Ceni.





Lo vuoi capire che l'hai attaccato tu il virus al Lazzareschi?

Lo vuoi capire che l'hai attaccato tu il virus al Lazzareschi?

Lo vuoi capire che l'hai attaccato tu il virus al Lazzareschi?

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