🎧Ascolta Traugott:
Puntuale per l‘apertura del supermercato alle 7:30, la fila di soli anziani. Me compreso. Noi che la notte non dormiamo per l‘angoscia, cercando la mattina di anticipare il resto del mondo, per rifornirci di cibo. Sembrava che ci eravamo dati appuntamento, ma nessun contatto fra di noi. Venti minuti dopo, una cinquantina di fantasmi vecchi pallidi e trasparenti a riempire i loro carrelli, zitti zitti, anziani che cercano di rendersi il più invisibili possibile, di scomparire nei loro vestiti troppo larghi, di nascondersi dietro gli scaffali al riparo dagli altri e dalle commesse. Ogni contatto, ogni sorriso, ogni starnuto potrebbe essere la sentenza di morte.
Tutti zitti zitti cercando di scappare con la loro preda nella borsa da quel mondo avverso, con i loro viveri, per tornare nei loro rifugi, nella speranza di portarsi in salvo. Ma siamo consci che la nostra sentenza di morte è già stata pronunciata.
Sembra una guerra. Io contro il resto del mondo. Il mondo diventa l’avversario e te lo devi tenere lontano. Come se tutto ti minaccia di morte: manico del carrello della spesa, spinto da migliaia di mani con miliardi di virus. La verdura, impregnata di tosse e di starnuti, toccata da altre mani, da altri guanti pieni di virus. Le scatole, le superfici, il nastro alla cassa, la parete di plastica con mille e mille strati di respiri estranei, i soldi che dai e sopratutto la moneta infestata che ricevi di resto. Meglio lasciarla semplicemente alla cassiera come mancia? O prendere quel putiferio in mano e mettertelo nel portafoglio per portarlo a casa?
Devo stare attento - quelle piccole urla che mi scappano dalla bocca quando un pensiero infausto mi passa per la testa... la cassiera mi ha guardato come se fossi matto. Escono da soli, come se qualcuno mi schiacciasse il piede... devo stare cauto, altrimenti mi prendono per pazzo.
Ci deve essere una via d’uscita. Non posso accettare la sentenza di morte, né posso accettare questo silenzio dettato dalla paura. Bisogna muoversi. Questa generazione che se ne sta andando è stata colpita più di tutti dal male. Proprio questa nostra generazione che in silenzio ricostruì il paese nel dopoguerra. Noi tutti lavorammo duramente senza clamore, con costanza e con umiltà facemmo crescere le nostre famiglie. Non è giusto farci ora incespicare nelle nostre tombe pronte in questa maniera. Morire è necessario. Ma non adesso, non così e soprattutto non facendo passare questa moria sotto silenzio.
Adesso una doccia bollente e a letto, sono già quasi le 10:00. Alle 14:30 inizio le pulizie, stanotte allenamento e chiarezza sui piani d‘azione.
Questo nuovo ritmo di sonno mi fa bene.
Sembra una guerra. Io contro il resto del mondo. Il mondo diventa l’avversario e te lo devi tenere lontano. Come se tutto ti minaccia di morte: manico del carrello della spesa, spinto da migliaia di mani con miliardi di virus. La verdura, impregnata di tosse e di starnuti, toccata da altre mani, da altri guanti pieni di virus. Le scatole, le superfici, il nastro alla cassa, la parete di plastica con mille e mille strati di respiri estranei, i soldi che dai e sopratutto la moneta infestata che ricevi di resto. Meglio lasciarla semplicemente alla cassiera come mancia? O prendere quel putiferio in mano e mettertelo nel portafoglio per portarlo a casa?
Devo stare attento - quelle piccole urla che mi scappano dalla bocca quando un pensiero infausto mi passa per la testa... la cassiera mi ha guardato come se fossi matto. Escono da soli, come se qualcuno mi schiacciasse il piede... devo stare cauto, altrimenti mi prendono per pazzo.
Ci deve essere una via d’uscita. Non posso accettare la sentenza di morte, né posso accettare questo silenzio dettato dalla paura. Bisogna muoversi. Questa generazione che se ne sta andando è stata colpita più di tutti dal male. Proprio questa nostra generazione che in silenzio ricostruì il paese nel dopoguerra. Noi tutti lavorammo duramente senza clamore, con costanza e con umiltà facemmo crescere le nostre famiglie. Non è giusto farci ora incespicare nelle nostre tombe pronte in questa maniera. Morire è necessario. Ma non adesso, non così e soprattutto non facendo passare questa moria sotto silenzio.
Adesso una doccia bollente e a letto, sono già quasi le 10:00. Alle 14:30 inizio le pulizie, stanotte allenamento e chiarezza sui piani d‘azione.
Questo nuovo ritmo di sonno mi fa bene.