Traugott, giorno
38:
La tomba di famiglia
Era quasi vuoto il supermercato stamattina, e con maschera, mantello e guanti mi sono sentito al sicuro. La gente manteneva le distanze, ma non avevo più il sentimento di apparire come il loro nemico, intento a togliere loro la vita.
Dopo la spesa il sole era così bello che mi sarebbe piaciuto tornare alla mia panchina di ieri, per guardare le anatre, il lago e pensare. Ma avevo con me lo yogurt, il pesce, la verdura e le mele, quindi ho deciso di tornare subito a casa per mettere via la spesa. Nella buca delle lettere c‘era una singola busta, dal comune di Winterthur. Salendo le scale ho pensato molto per cercare di comprendere come mai il comune di Winterthur mi scrivesse. Sono ormai dieci anni che non vivo più là. Tolta maschera, capello e mantello e riordinata la spesa, mi sono lavato bene le mani e mi sono preparato un caffè non troppo forte.
Solo allora mi sono seduto al tavolo in cucina e ho aperto la busta.
Era una lettera da parte del dicastero tecnico della Città di Winterthur concernente la tomba di famiglia in cui sono sepolti mamma, papà e Daniel. Mi informano che quest‘anno ricorrono i quarant‘anni della morte di papà, il contratto di usufrutto scade e la tomba verrà eliminata. A meno che io non faccia formale richiesta di un prolungamento di 10 anni versando l‘affitto. In allegato vi era un foglio informativo sui regolamenti delle tombe di famiglia.
Scarica il PDF:
https://stadt.winterthur.ch/themen/leben-in-winterthur/persoenliches/todesfall/graeber/familien-oder-privatgraeber/ftw-simplelayout-filelistingblock/2016-merkblatt-familien-oder-privatgrab.pdf/@@download/file/2016_Merkblatt_Familien-oder%20Privatgrab.pdf
Ho finito di bere la mia tazza di caffè e senza neanche riflettere mi sono alzato, ho messo via la lettera nel classificatore e sono uscito di casa. Sulle scale mi sono accorto che non avevo né capello né maschera, ma una voce dentro di me ha detto fa lo stesso! e ho proseguito. Come fossi stato in un sogno le mie gambe mi hanno portato alla panchina sul lungolago, vicino alle anatre. Mi sono bruscamente destato dal mio stato di assenza quando, arrivando alla panchina, con non poca costernazione ho dovuto constatare che era occupata. Una giovane donna vi era seduta.
Buongiorno Signor Traugott! Buongiorno! ho risposto di riflesso, senza alcuna intenzione di aggiungere altre parole, dato che la faccia della signorina mi era del tutto sconosciuta. Forse poteva assomigliare alla signorina che ieri in posta ha spedito la mia raccomandata al Bundesarchiv, ma è anche vero che al giorno d‘oggi i volti di tutte le donne giovani si assomigliano.
Solo adesso notavo una bambina, apparentemente figlia della signora, che alcuni metri più in là buttava sassi, legnetti e foglie nell‘acqua.
Bruscamente alzando la mano ho salutato e mi sono allontanato, dato che non avrei saputo cosa altro dire, imbarazzato dalla situazione. Avevo inoltre bisogno di stare da solo per pensare, per risolvere una questione importante.
https://stadt.winterthur.ch/themen/leben-in-winterthur/persoenliches/todesfall/graeber/familien-oder-privatgraeber/ftw-simplelayout-filelistingblock/2016-merkblatt-familien-oder-privatgrab.pdf/@@download/file/2016_Merkblatt_Familien-oder%20Privatgrab.pdf
Ho finito di bere la mia tazza di caffè e senza neanche riflettere mi sono alzato, ho messo via la lettera nel classificatore e sono uscito di casa. Sulle scale mi sono accorto che non avevo né capello né maschera, ma una voce dentro di me ha detto fa lo stesso! e ho proseguito. Come fossi stato in un sogno le mie gambe mi hanno portato alla panchina sul lungolago, vicino alle anatre. Mi sono bruscamente destato dal mio stato di assenza quando, arrivando alla panchina, con non poca costernazione ho dovuto constatare che era occupata. Una giovane donna vi era seduta.
Buongiorno Signor Traugott! Buongiorno! ho risposto di riflesso, senza alcuna intenzione di aggiungere altre parole, dato che la faccia della signorina mi era del tutto sconosciuta. Forse poteva assomigliare alla signorina che ieri in posta ha spedito la mia raccomandata al Bundesarchiv, ma è anche vero che al giorno d‘oggi i volti di tutte le donne giovani si assomigliano.
Solo adesso notavo una bambina, apparentemente figlia della signora, che alcuni metri più in là buttava sassi, legnetti e foglie nell‘acqua.
Bruscamente alzando la mano ho salutato e mi sono allontanato, dato che non avrei saputo cosa altro dire, imbarazzato dalla situazione. Avevo inoltre bisogno di stare da solo per pensare, per risolvere una questione importante.
Non mi sono accorto che sono passati quaranta anni da quando è morto papà.
All'epoca ero un uomo giovane, appena sposato, non avrei mai creduto che potesse esserci un’interruzione della sua vita così repentina e brutale. Una morte tragica la sua, anche se mi sono poi spesso detto che in fondo quell’infarto l’ha colpito nel momento giusto, in compagnia dei suoi amici di chiesa portati con sé nella tomba. Mi dispiace per loro, poverini, che non c’entravano per niente. Ma forse era previsto così, dal loro Dio.
Cosa fare con la vostra tomba… non ci ho mai pensato. Se lascio scadere il contratto, risparmio i soldi che potrei usare per affittare magari un piccolo appartamento a Bochum per poterci andare più spesso e passarci parte dell’anno, qualora mi piacesse.
All'epoca ero un uomo giovane, appena sposato, non avrei mai creduto che potesse esserci un’interruzione della sua vita così repentina e brutale. Una morte tragica la sua, anche se mi sono poi spesso detto che in fondo quell’infarto l’ha colpito nel momento giusto, in compagnia dei suoi amici di chiesa portati con sé nella tomba. Mi dispiace per loro, poverini, che non c’entravano per niente. Ma forse era previsto così, dal loro Dio.
Cosa fare con la vostra tomba… non ci ho mai pensato. Se lascio scadere il contratto, risparmio i soldi che potrei usare per affittare magari un piccolo appartamento a Bochum per poterci andare più spesso e passarci parte dell’anno, qualora mi piacesse.
Sai che non mi hai mai detto che mi vuoi bene, papà? Mai. Anche dalla mamma non credo di aver mai sentito queste parole, ma da lei lo percepivo, mi abbracciava, mi curava, mi sorrideva, e quando mi ammalavo mi stava vicina. Tu sei sempre stato lontano, persino quando ero ammalato, con le tue sentenze, i tuoi dogmi che ti piaceva ripetere all’infinito, come se io fossi un estraneo. E difatti lo sono. Lo sono sempre stato, e lo sono stato fino ad oggi, sono estraneo persino a me stesso.
Cosa devo fare con la tua tomba, con la vostra tomba? Tu cosa mi ordineresti di fare, dichiarando poi la tua sentenza come volontà di Dio? Quale sarebbe dunque la volontà del tuo Dio? Cioè tua? Io faccio fatica a decidere. Sono solo, sono stato abbandonato da tutti, dai miei veri genitori, da te, da voi, da Ruth.
Non lo dico per lamentarmi, non mi fa neanche più male, perché adesso vedo che la mia vita è mia e basta. Che in verità sono libero, per la prima volta nella mia vita sono libero.
E sì, in quel senso è anche vero che non posso più porti domande, non devo più rivolgermi a te.
Sono adulto adesso e devo riuscire a decidere da solo.
Dovrei abbandonare la tomba per alleggerire questo peso mastodontico che sento sulle spalle fin da quando riesco a pensare? Voi, tanto, siete nei vostri cieli, vi lascio volare con i vostri angeli, cosa vi importa di rimanere sepolti quaggiù, nel fango? Forse vado persino a vivere definitivamente a Bochum, la mia città natale, cosa me ne faccio di una tomba a Winterthur?
Cosa devo fare con la tua tomba, con la vostra tomba? Tu cosa mi ordineresti di fare, dichiarando poi la tua sentenza come volontà di Dio? Quale sarebbe dunque la volontà del tuo Dio? Cioè tua? Io faccio fatica a decidere. Sono solo, sono stato abbandonato da tutti, dai miei veri genitori, da te, da voi, da Ruth.
Non lo dico per lamentarmi, non mi fa neanche più male, perché adesso vedo che la mia vita è mia e basta. Che in verità sono libero, per la prima volta nella mia vita sono libero.
E sì, in quel senso è anche vero che non posso più porti domande, non devo più rivolgermi a te.
Sono adulto adesso e devo riuscire a decidere da solo.
Dovrei abbandonare la tomba per alleggerire questo peso mastodontico che sento sulle spalle fin da quando riesco a pensare? Voi, tanto, siete nei vostri cieli, vi lascio volare con i vostri angeli, cosa vi importa di rimanere sepolti quaggiù, nel fango? Forse vado persino a vivere definitivamente a Bochum, la mia città natale, cosa me ne faccio di una tomba a Winterthur?