Dopo aver toccato l’abisso, Traugott redivivo sente il richiamo per la poesia. Osserviamolo nella sua creazione lirica.
Di seguito vi proponiamo la registrazione della diretta del 28 aprile di Traugott
Sono stato molto malato negli ultimi tempi, e quattro giorni fa sono caduto giù dalle scale. Sono precipitato nel vuoto, nel vero senso della parola. Sentivo terribili dolori al ginocchio, alle braccia, alla testa, dappertutto, faccio ancora fatica a muovermi. Devo stare lunghe ore a letto. Adesso mi sono alzato per un momento, per poter stare con voi.
In questi giorni, non potendo muovermi tanto, e riflettendo molto, ho riscoperto il mio amore per le poesie. Mi sono sempre piaciute, già da ragazzo le leggevo e ne scrivevo. Cercavo di trasformare le parole in qualcosa di bello, di diverso, cercavo di descrivere i miei sentimenti. Scrivendo, mi sentivo meno stupido. E adesso le ho riprese in mano, e ne ho scritta qualcuna.
Con la poesia anche la tristezza diventa bella.
Questa poesia corta l'ho scritta l'altro ieri quando ero seduto in cucina. Ero tornato dalla cantina, mi ero docciato, iniziavo a stare un po' meglio.
La seguente poesia l'ho scritta ieri, in seguito al mio incidente di quattro giorni fa. Mi sono successe tante cose in questo ultimo periodo, non so a voi. C'era un momento che credevo di morire.
Una poesia per una donna per me importante.
L'ho scritta nell'anno 2000, quando tutti erano felici e festeggiavano il nuovo millennio ma io ogni mattina mi svegliavo triste.
Era in primavera, il nuovo millennio era appena cominciato. Ma io non riuscivo a mettere la parola fine a quelli che sembravano i mille anni passati.
Forse non ci sono riuscito fino a oggi.
Questa poesia l'ho trovata nel mio Lesebuch della Sekundarschule Büelwiesen. Nella nostra classe c'era una ragazza che mi piaceva. Si chiamava Regula ed era seduta davanti a me. Era molto bella, e io potevo sempre guardarla senza che lei si accorgesse. Solo da dietro, ovviamente. Era il 1960. Non avevo il coraggio di rivolgerle la parola o di esprimere persino i miei sentimenti. Ma una volta, durante la lezione di tedesco, di mia iniziativa ho chiesto al professore se potevo recitare una poesia. Mi sono alzato, sono andato davanti alla classe. Sapevo la poesia a memoria, ma per sicurezza avevo preso il libro con me. Volevo dirla guardando diritto in faccia Regula. Ma ero così nervoso che alla fine non riuscii a staccare il mio sguardo dal libro mentre la recitavo.
Regula non ha mai saputo dei miei sentimenti per lei. È poi diventata segretaria alla Landis und Gyr, e poco dopo ha sposato uno dei direttori junior. Forse meglio così.
Alla fine dell'anno, ho preso un tre e mezzo in tedesco.
Ecco la poesia di Heinrich Heine
Si intitola:
Wenn ich bei meiner Liebsten bin
Wenn ich bei meiner Liebsten bin,
Dann geht das Herz mir auf,
Dann bin ich reich in meinem Sinn
und biet die Welt zum Kauf.
Doch wenn ich wieder scheiden muß
Aus ihrem Schwanenarm,
Dann schwindet all mein Überfluß,
Und ich bin bettelarm.
Ho fatto ieri una traduzione in italiano, per voi. Ho cercato di trasportare in italiano lo schema di rima alternata ABABABAB che Heinrich Heine ha utilizzato nella sua versione originale.
Quando sono dalla mia amata
Quando sono dalla mia amata
Si apre il mio cuor fino in fondo
Allora son ricco nella mia anima dorata
E offro di comperare il mondo
Ma quando devo ripartire
Dalle sue braccia di cigno e dire addio
Di tutta la mia ricchezza non rimangono che due lire
E povero come un mendicante sono io.
Questa è un elogio ad un'attività invisibile e molto sottovalutata. Almeno da me. Fino a un attimo fa.
Questa poesia l'ho letta per la prima volta nel 1995. Stavo compiendo i cinquant'anni. Ero da solo, e per festeggiare volevo andare a cena in un ristorante. Stavo tornando a casa dal lavoro, e mi sono detto, forse sarà un po' strano se mi si vede in un ristorante seduto da solo, per il mio compleanno. Allora mi sono detto, forse dovrei avere un regalo, e sono entrato in una libreria.
Poi ho pensato, per il compleanno, cosa sarebbe giusto? Fumetti no, neanche un giallo. Mi sono sempre piaciute le poesie, e allora ho guardato sotto Poesia, e ho trovato Hölderlin's gesammelte Werke. Ho preso questo libro con me a cena, e, dopo aver ordinato Zürcher Geschnetzeltes e due decilitri di Merlot, ho tirato fuori il mio regalo. Ho iniziato a leggere, e quando sono arrivato a questa poesia, ho iniziato a piangere. Mi vergognavo tanto, un uomo, da solo a un tavolo, che piange. Forse gli altri non avevano capito che compivo 50 anni, meno male.
La cosa strana è che non sapevo minimamente perché piangevo, da dove venivano queste lacrime.
Sapevo solo che c'entrava con questa poesia.
Auf den Tod eines Kindes
Die Schönheit ist den Kindern eigen,
Ist Gottes Ebenbild vielleicht, -
Ihr Eigentum ist Ruh und Schweigen,
Das Engeln auch zum Lob gereicht.
Die Schönheit ist den Kindern eigen,
Ist Gottes Ebenbild vielleicht, -
Ihr Eigentum ist Ruh und Schweigen,
Das Engeln auch zum Lob gereicht.
Avrei voluto avere dei bambini.
Nessuno
Io sono
Un nessuno
Io sono
Un nessuno che nessuno conosce
Io sono
Un nessuno che da nessuno è conosciuto
Io sono
Un nessuno che non sa da che parte cominciare
Non sa da che parte finire
Non sa niente.
Io sono
Un nessuno
Che nessuna traccia lascia
Un nessuno sono.
Per terminare vorrei leggere questa mia poesia che si intitola:
Ho pensato di scrivere una posia per voi, in diretta.
Ecco:
Stato d'animo
Il raggio del sole trafigge il cuore buio.
Caccia la nube di zolfo e la trasforma in polvere d'oro.
Il tempo che fugge nella disperazione
torna quando la tristezza evapora.
Il raggio del sole trafigge il cuore buio.
Caccia la nube di zolfo e la trasforma in polvere d'oro.
Il tempo che fugge nella disperazione
torna quando la tristezza evapora.
La seguente poesia l'ho scritta ieri, in seguito al mio incidente di quattro giorni fa. Mi sono successe tante cose in questo ultimo periodo, non so a voi. C'era un momento che credevo di morire.
Frantumarsi
Frantumarsi in mille pezzi
Perdere la coscienza
Sanguinare dalla mano
Destra
Sciogliersi in dolore in angoscia in lacrime calde
Con il ginocchio che pulsa come dovrebbe pulsare il cuore
Ma il cuore si è fermato
In delirio rivedere chi è morto e chi è vivo
Parlare con lui e con lei e con loro
Fare domande urgenti
Ricevere risposte mute
La febbre che ti spinge verso il trapasso, verso la soglia per l'eternità
Ma questa volta
Non la oltrepassi
Questa volta
Non ancora
Frantumarsi in mille pezzi
Perdere la coscienza
Sanguinare dalla mano
Destra
Sciogliersi in dolore in angoscia in lacrime calde
Con il ginocchio che pulsa come dovrebbe pulsare il cuore
Ma il cuore si è fermato
In delirio rivedere chi è morto e chi è vivo
Parlare con lui e con lei e con loro
Fare domande urgenti
Ricevere risposte mute
La febbre che ti spinge verso il trapasso, verso la soglia per l'eternità
Ma questa volta
Non la oltrepassi
Questa volta
Non ancora
Una poesia per una donna per me importante.
L'ho scritta nell'anno 2000, quando tutti erano felici e festeggiavano il nuovo millennio ma io ogni mattina mi svegliavo triste.
Era in primavera, il nuovo millennio era appena cominciato. Ma io non riuscivo a mettere la parola fine a quelli che sembravano i mille anni passati.
Forse non ci sono riuscito fino a oggi.
Ruth
Perché
Perché, perché, ma perché
Non hai a me
regalato nessun bebè?
Avrei persino donato il mio permesso
Non c'era bisogno di fare il pesce lesso
Bastava un istante un po’ giocoso
Con un virile e volonteroso
donatore che con il suo detonatore
Avrebbe per una notte condiviso il tuo amore.
Saresti stata felice e appagata
Il virile ti avrebbe un poco amata
E io la prole l'avrei abbracciata
Perché
Perché, perché, ma perché?
Perché
Perché, perché, ma perché
Non hai a me
regalato nessun bebè?
Avrei persino donato il mio permesso
Non c'era bisogno di fare il pesce lesso
Bastava un istante un po’ giocoso
Con un virile e volonteroso
donatore che con il suo detonatore
Avrebbe per una notte condiviso il tuo amore.
Saresti stata felice e appagata
Il virile ti avrebbe un poco amata
E io la prole l'avrei abbracciata
Perché
Perché, perché, ma perché?
Questa poesia l'ho trovata nel mio Lesebuch della Sekundarschule Büelwiesen. Nella nostra classe c'era una ragazza che mi piaceva. Si chiamava Regula ed era seduta davanti a me. Era molto bella, e io potevo sempre guardarla senza che lei si accorgesse. Solo da dietro, ovviamente. Era il 1960. Non avevo il coraggio di rivolgerle la parola o di esprimere persino i miei sentimenti. Ma una volta, durante la lezione di tedesco, di mia iniziativa ho chiesto al professore se potevo recitare una poesia. Mi sono alzato, sono andato davanti alla classe. Sapevo la poesia a memoria, ma per sicurezza avevo preso il libro con me. Volevo dirla guardando diritto in faccia Regula. Ma ero così nervoso che alla fine non riuscii a staccare il mio sguardo dal libro mentre la recitavo.
Regula non ha mai saputo dei miei sentimenti per lei. È poi diventata segretaria alla Landis und Gyr, e poco dopo ha sposato uno dei direttori junior. Forse meglio così.
Alla fine dell'anno, ho preso un tre e mezzo in tedesco.
Ecco la poesia di Heinrich Heine
Si intitola:
Wenn ich bei meiner Liebsten bin
Wenn ich bei meiner Liebsten bin,
Dann geht das Herz mir auf,
Dann bin ich reich in meinem Sinn
und biet die Welt zum Kauf.
Doch wenn ich wieder scheiden muß
Aus ihrem Schwanenarm,
Dann schwindet all mein Überfluß,
Und ich bin bettelarm.
Ho fatto ieri una traduzione in italiano, per voi. Ho cercato di trasportare in italiano lo schema di rima alternata ABABABAB che Heinrich Heine ha utilizzato nella sua versione originale.
Quando sono dalla mia amata
Quando sono dalla mia amata
Si apre il mio cuor fino in fondo
Allora son ricco nella mia anima dorata
E offro di comperare il mondo
Ma quando devo ripartire
Dalle sue braccia di cigno e dire addio
Di tutta la mia ricchezza non rimangono che due lire
E povero come un mendicante sono io.
Questa è un elogio ad un'attività invisibile e molto sottovalutata. Almeno da me. Fino a un attimo fa.
Pensare
Pensare.
Avere un pensiero. Poi un altro.
Rimanere immobile. Non disturbarli.
Fare spazio.
Permettere l‘arrivo di uno nuovo. E del suo compagno.
Non muoversi.
Unirli.
Connetterli.
Dividerli: se sì, conseguenza. Se no, conseguenza.
Nutrire la nascita dei loro bambini.
Aspettare pazientemente.
Ci vuole tempo. E calma. E concentrazione.
Per trovare cosa? Cosa? Cosa?
Pensare.
Avere un pensiero. Poi un altro.
Rimanere immobile. Non disturbarli.
Fare spazio.
Permettere l‘arrivo di uno nuovo. E del suo compagno.
Non muoversi.
Unirli.
Connetterli.
Dividerli: se sì, conseguenza. Se no, conseguenza.
Nutrire la nascita dei loro bambini.
Aspettare pazientemente.
Ci vuole tempo. E calma. E concentrazione.
Per trovare cosa? Cosa? Cosa?
Questa poesia l'ho letta per la prima volta nel 1995. Stavo compiendo i cinquant'anni. Ero da solo, e per festeggiare volevo andare a cena in un ristorante. Stavo tornando a casa dal lavoro, e mi sono detto, forse sarà un po' strano se mi si vede in un ristorante seduto da solo, per il mio compleanno. Allora mi sono detto, forse dovrei avere un regalo, e sono entrato in una libreria.
Poi ho pensato, per il compleanno, cosa sarebbe giusto? Fumetti no, neanche un giallo. Mi sono sempre piaciute le poesie, e allora ho guardato sotto Poesia, e ho trovato Hölderlin's gesammelte Werke. Ho preso questo libro con me a cena, e, dopo aver ordinato Zürcher Geschnetzeltes e due decilitri di Merlot, ho tirato fuori il mio regalo. Ho iniziato a leggere, e quando sono arrivato a questa poesia, ho iniziato a piangere. Mi vergognavo tanto, un uomo, da solo a un tavolo, che piange. Forse gli altri non avevano capito che compivo 50 anni, meno male.
La cosa strana è che non sapevo minimamente perché piangevo, da dove venivano queste lacrime.
Sapevo solo che c'entrava con questa poesia.
Auf den Tod eines Kindes
Die Schönheit ist den Kindern eigen,
Ist Gottes Ebenbild vielleicht, -
Ihr Eigentum ist Ruh und Schweigen,
Das Engeln auch zum Lob gereicht.
Die Schönheit ist den Kindern eigen,
Ist Gottes Ebenbild vielleicht, -
Ihr Eigentum ist Ruh und Schweigen,
Das Engeln auch zum Lob gereicht.
Avrei voluto avere dei bambini.
Niemand
Ich bin
Ein Niemand.
Ich bin
Ein Niemand der niemanden kennt.
Ich bin
Ein Niemand der niemandem bekannt ist.
Ich bin
Ein Niemand der mit sich selbst nichts weiss anzufangen
Nichts weiss aufzuhören
Nichts weiss.
Ich bin
Ein Niemand
Der keine Spur hinterlässt.
Ich bin ein Niemand.
Ich bin
Ein Niemand.
Ich bin
Ein Niemand der niemanden kennt.
Ich bin
Ein Niemand der niemandem bekannt ist.
Ich bin
Ein Niemand der mit sich selbst nichts weiss anzufangen
Nichts weiss aufzuhören
Nichts weiss.
Ich bin
Ein Niemand
Der keine Spur hinterlässt.
Ich bin ein Niemand.
Nessuno
Io sono
Un nessuno
Io sono
Un nessuno che nessuno conosce
Io sono
Un nessuno che da nessuno è conosciuto
Io sono
Un nessuno che non sa da che parte cominciare
Non sa da che parte finire
Non sa niente.
Io sono
Un nessuno
Che nessuna traccia lascia
Un nessuno sono.
Per terminare vorrei leggere questa mia poesia che si intitola:
Sono.
Sono
Nel posto sbagliato
Al momento giusto
Sono
Nel posto giusto
Al momento sbagliato
Sono
A casa
Quando dovrei essere fuori
Sono Uomo
Quando dovrei essere donna
Sono
Ignorante
Quando dovrei sapere
Sono
In coma
Quando dovrei essere sveglio
Sono
Sveglio
Quando dovrei dormire
Sono
Anziano
Quando dovrei essere giovane
Sono
Sono
Morto
Quando dovrei vivere
Sono
Vivo
Quando dovrei essere morto
Sono
Da solo
Quando dovrei essere con te.
Sono
Nel posto sbagliato
Al momento giusto
Sono
Nel posto giusto
Al momento sbagliato
Sono
A casa
Quando dovrei essere fuori
Sono Uomo
Quando dovrei essere donna
Sono
Ignorante
Quando dovrei sapere
Sono
In coma
Quando dovrei essere sveglio
Sono
Sveglio
Quando dovrei dormire
Sono
Anziano
Quando dovrei essere giovane
Sono
Sono
Morto
Quando dovrei vivere
Sono
Vivo
Quando dovrei essere morto
Sono
Da solo
Quando dovrei essere con te.
Ho pensato di scrivere una posia per voi, in diretta.
Ecco:
Dio
Dio non c‘è
Esiste soltanto
Nel mio nome.
Dio non c‘è
Esiste soltanto
Nel mio nome.