Traugott

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Mark

︎Totentanz
la quarantena

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Mark

Traugott, giorno 24:

︎


Ecco in fondo la porta!







Un labirinto. Stanze che si aprono, porte che restano chiuse a chiave. Devo urinare urgentemente, la vescica gonfia, un pallone pesantemente pieno di acqua calda, ma dietro le porte serrate altre persone defecano gemendo, o gemono defecando. Il pavimento dei cunicoli attraverso i quali sto inciampando è bagnato e scivoloso ed io erro senza orientamento e senza Arianna che potrebbe dipanare una linea rossa verso una mia uscita. È la solitudine ad uccidere nelle situazioni critiche, sembra che i lunghi corridoi scuri mi portino in profondità, dove regnano il calore e vapori sulfurei, verso il ventre della Terra. Dolori pungenti nella vescica mi fermano e mi fanno emettere delle urla sorde, decido di urinare sul posto, alla vicina parete nera ma passa una monella e con una risata canina mi scaccia.

Ecco in fondo la porta del bagno! Corro, sono salvo, non è bloccata questa volta e con infinito sollievo la apro ed entro tirando giù le braghe per non perdere un prezioso secondo. Ma entrando nel bagno al primo passo il pavimento cede, il piede trova appoggio sul gradino sottostante, perdo l’equilibrio, l’altro piede cerca di ristabilire l'equilibrio ma anche a lui manca una superficie e trova l’appoggio più in basso. Il ginocchio si storce e si piega come non dovrebbe, le braccia remano nell’aria in modo inarticolato, disperatamente le mani cercano appiglio ma scivolano sfregandosi contro il muro ruvido e la caduta accelera. Come un neonato dai passi scoordinati non riesco a tenere il ritmo con il pavimento che continua a mancarmi, LA SCALA! urla una voce e sento che è la mia. Cado in avanti, in un ultimo disperato tentativo la mano si aggrappa allo scaffale e perdiamo insieme l’equilibrio, la testa si sfrega sul muro e un attimo dopo picchia sulle scale di sasso, gli spigoli dei gradini disegnano angoli retti con la spina dorsale, rumori infernali di legno fracassato, di urla, di panico abissale. Silenzio. Dolori pungenti nel ginocchio, alla mano destra intenso bruciore calmato dal sangue che trapela in superficie, la testa una biglia di piombo pulsante.

Il dolore nella pancia è sparito, intorno a me un lago caldo che dopo un attimo di fermo assoluto inizia a formare i primi ruscelli che si instradano verso il nucleo della Terra, passando accanto a una cassetta di legno. Il contenitore si è aperto cadendo dallo scaffale sul pavimento di sasso e ha liberato mazzi disordinati di carte con calligrafie sconosciute.