Traugott, giorno
37:
Bochum
11:45
Stamattina sono uscito per inviare una lettera all‘archivio della Federazione tedesca a Berlino.
Volevo solo comperare il francobollo, ma poi mi sono deciso a inviare la lettera raccomandata, per essere sicuro che arrivi a destinazione, anche in questi tempi pericolosi. È importante per me, questa lettera, forse vitale.
Sono uscito con la mia maschera, ma faceva caldo e dopo pochi passi cominciavo a sudare, anche perché avevo messo il cappello che la teneva bene in posizione e il mantello. Non mi sono reso conto che era arrivata la primavera, non mi sono nemmeno accorto dello scorrere del tempo. Il sole scaldava. Dal momento che le poche persone in strada tenevano le distanze mi sono presto tolto almeno maschera e capello. Mi ha fatto bene sentire il sole primaverile sul capo e sul viso. Mi sarebbe piaciuto levarmi anche il mantello, ma sarebbe stato fastidioso doverlo portare sul braccio.
Entrando nella posta mi sono però messo maschera e capello, anche se c’erano poche persone e allo sportello avevano messo delle pareti di plexiglas. La signorina mi ha capito lo stesso e passandomi la ricevuta per la lettera sotto la parete di plastica ha persino sorriso. Mi sembrava che avesse detto arrivederci, Signor Traugott, ma non ne sono sicuro. Mi ha fatto comunque piacere, e prima di tornare a casa sono passato al lungolago per vedere le anatre che proprio in questi giorni covano le uova. Mi sono tolto capello, maschera e persino il mantello. Seduto sulla panchina mi beavo del sole, del lago e delle montagne circostanti. Ero indeciso se tornare a casa, ma i ristoranti e i caffè riapriranno solo settimana prossima. D'altronde mi sarei dovuto nuovamente mascherare e come avrei fatto così bardato a mangiare o anche solo a bere un caffè? Quando ho iniziato a sentire un po’ di fame sono rientrato e ho pensato forse sarebbe bello uscire ancora domani, e dopo.
Volevo solo comperare il francobollo, ma poi mi sono deciso a inviare la lettera raccomandata, per essere sicuro che arrivi a destinazione, anche in questi tempi pericolosi. È importante per me, questa lettera, forse vitale.
Sono uscito con la mia maschera, ma faceva caldo e dopo pochi passi cominciavo a sudare, anche perché avevo messo il cappello che la teneva bene in posizione e il mantello. Non mi sono reso conto che era arrivata la primavera, non mi sono nemmeno accorto dello scorrere del tempo. Il sole scaldava. Dal momento che le poche persone in strada tenevano le distanze mi sono presto tolto almeno maschera e capello. Mi ha fatto bene sentire il sole primaverile sul capo e sul viso. Mi sarebbe piaciuto levarmi anche il mantello, ma sarebbe stato fastidioso doverlo portare sul braccio.
Entrando nella posta mi sono però messo maschera e capello, anche se c’erano poche persone e allo sportello avevano messo delle pareti di plexiglas. La signorina mi ha capito lo stesso e passandomi la ricevuta per la lettera sotto la parete di plastica ha persino sorriso. Mi sembrava che avesse detto arrivederci, Signor Traugott, ma non ne sono sicuro. Mi ha fatto comunque piacere, e prima di tornare a casa sono passato al lungolago per vedere le anatre che proprio in questi giorni covano le uova. Mi sono tolto capello, maschera e persino il mantello. Seduto sulla panchina mi beavo del sole, del lago e delle montagne circostanti. Ero indeciso se tornare a casa, ma i ristoranti e i caffè riapriranno solo settimana prossima. D'altronde mi sarei dovuto nuovamente mascherare e come avrei fatto così bardato a mangiare o anche solo a bere un caffè? Quando ho iniziato a sentire un po’ di fame sono rientrato e ho pensato forse sarebbe bello uscire ancora domani, e dopo.
🎧 Ascolta Traugott:
17:15
Solo quindici minuti. Ma devo iniziare ad allenarmi. Se voglio riuscire a camminare, a esplorare, devo riprendere la forza. Mi sembra che si siano indebolite le gambe, forse i muscoli sono persino diminuiti, meglio iniziare adagio.
Sarebbe molto interessante vedere Bochum. Chissà se trovo la via. Altrimenti prendo un taxi e mi ci faccio portare. Ho viaggiato poco nella mia vita, in fondo è un peccato. Ma non ne ho mai sentito la necessità, ad eccezione delle vacanze in estate con Ruth, anche se era sempre lei ad avere le idee su dove e come andare. Io non saprei neanche come raggiungere Bochum. Magari in treno, probabilmente passerà per Basilea.
Solo quindici minuti. Ma devo iniziare ad allenarmi. Se voglio riuscire a camminare, a esplorare, devo riprendere la forza. Mi sembra che si siano indebolite le gambe, forse i muscoli sono persino diminuiti, meglio iniziare adagio.
Sarebbe molto interessante vedere Bochum. Chissà se trovo la via. Altrimenti prendo un taxi e mi ci faccio portare. Ho viaggiato poco nella mia vita, in fondo è un peccato. Ma non ne ho mai sentito la necessità, ad eccezione delle vacanze in estate con Ruth, anche se era sempre lei ad avere le idee su dove e come andare. Io non saprei neanche come raggiungere Bochum. Magari in treno, probabilmente passerà per Basilea.
Domani potrei andare in stazione e informarmi sugli orari. Ma forse treni non circolano, c‘è ancora il virus. Non potrò viaggiare molto presto. Ma potrei andare lo stesso in stazione, solo per curiosità, inoltre gli sportelli hanno dei vetri pesanti e dovrò prendere la maschera solo per emergenza.
Bochum. Un luogo a me sconosciuto eppure sono figlio di questa città. Potrei prendermi un albergo vicino alla stazione e poi iniziare a esplorarla. Chissà come sarà il cibo. Come sarà il tempo. Meglio andare in estate forse, o in autunno.
Bochum. Un luogo a me sconosciuto eppure sono figlio di questa città. Potrei prendermi un albergo vicino alla stazione e poi iniziare a esplorarla. Chissà come sarà il cibo. Come sarà il tempo. Meglio andare in estate forse, o in autunno.
Forse dal Bundesarchiv mi mandano anche informazioni sulla mamma. Così potrei andare a vedere dove è cresciuta, dove è andata a scuola. E, forse trovo anche il cimitero dove è sepolta. Sarà difficile trovare un negozio di fiori per portarle dei garofani rossi?
Ecco, basta così per l‘inizio. Non devo esagerare, sento ancora i bronchi pesanti.
Adesso la doccia, poi cena, ho ancora un po’ di broccoli.
Dopo cena devo ancora scrivere delle poesie. Almeno una.
Ecco, basta così per l‘inizio. Non devo esagerare, sento ancora i bronchi pesanti.
Adesso la doccia, poi cena, ho ancora un po’ di broccoli.
Dopo cena devo ancora scrivere delle poesie. Almeno una.
Ernst Wilhelm Blumer
c/o Traugott
6600 Locarno
Schweiz
c/o Traugott
6600 Locarno
Schweiz
An das Bundesarchiv
13483 Berlin
Deutschland
13483 Berlin
Deutschland
Locarno, 6 maggio 2020
Spettabile archivio,
Per un incidente causato probabilmente dalle febbre da Covid-19 ho scoperto alcuni documenti che testimoniano la mia discendenza diretta da due genitori tedeschi:
-Heinz-Otto Blumer, nato il 15 gennaio 1906 a Dortmund, morto per cause belliche, caduto il 13 aprile 1945 a Langeneichstätt. Era il giorno dell‘arrivo degli americani in quella zona.
-Hildegard Anna Erika Blumer, nata Drews il 26 aprile 1916 a Bochum, morta poco dopo la mia nascita.
Indirizzo: Hubertusstrasse 7, Bochum
Io sono il loro figlio legittimo, come testimonia il certificato di nascita che allego in copia.
Le mie domande: avete informazioni riguardanti queste due persone, che per l'anagrafe sono i miei genitori? Specialmente mi interesserebbe la carriera militare e le funzioni all‘interno dell‘esercito di mio padre, Heinz-Otto Blumer.
Sarei grato di ricevere il materiale richiesto. Qualora ci dovessero essere da pagare delle spese, vogliate per favore avvertirmi, cosicchè io possa subito eseguire il pagamento, poiché in questi tempi di virus vorrei evitare di dover andare in posta più del necessario.
Aspettando la vostra risposta,
Distinti saluti,