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Mark

︎Totentanz
la quarantena

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Mark

Giorgia, giorno 5

︎


Zucchero e limone




🎧Ascolta Giorgia:







Ho deciso di farmi un caffè. Sono talmente insonnolita e stanca, malgrado io non faccia niente durante la giornata a parte trascinarmi dal divano a una sedia, leggere qualcosa, guardare la televisione, spegnerla e continuare così. Il problema è che da un paio di giorni c'è qualcosa che mi dà fastidio alla gola, soprattutto alla mattina quando mi sveglio. E poi il respiro.


Sento che il respiro è diventato come affannato, forse perché non mi muovo più così tanto, forse dovrei andare in giro ma proprio oggi hanno chiuso i parchi. Si deve camminare solo per le strade, stare alla debita distanza se si incrociano persone, bisognerebbe mettere la mascherina, tutto questo non è molto allettante. Di cosa mi preoccupo? Dicono però che il virus si installa nella gola e poi scende lentamente nei bronchi e poi nei polmoni e poi ... manca il fiato. Ma a me è sempre mancato il fiato. Nei momenti cruciali perdo anche la voce. Gli esami sono stati una tortura. E anche i colloqui di lavoro. Mi si chiude lo stomaco, il respiro si appanna come l’alito su una superficie fredda. Mi aumenta il ritmo cardiaco. E il respiro si fa più veloce. Mi sta nella zona del petto che si alza e abbassa e devo spalancare la bocca per inalare più aria. È un riflesso condizionato che si installa in situazioni precise. Quando vengo giudicata. E mi sento sempre giudicata. E sento su di me lo sguardo indagatore di mia madre che mi faceva arrossire e tremare anche se non avevo fatto nulla di quello per cui lei mi accusava. Per uscire da quel disagio ho ammesso colpe mai commesse.



E mi sono resa invisibile per passare indenne fra le mura spesse del vivere giorno dopo giorno e passare inosservata agli occhi degli altri. Un mimetismo infantile per superare la cattiveria degli adulti e dei miei coetanei. Ma non abbastanza invisibile. Ho attirato su di me molte calamità. La prima è stata l’incidente.

Per fortuna in questi giorni ho cominciato a scrivere sul quaderno giallo, questo mi aiuta a dar corpo ai miei pensieri. Mi sento un po' meno sola. E poi stranamente è come se riaffiorassero ricordi che pensavo di aver completamente dimenticato. Aspetto ancora un paio di giorni, forse questo malessere cambia... Non mi sento in ansia, ho fatto la spesa, ho fatto tutto quello che è necessario. Non sono riuscita però a procurarmi una mascherina. Sono sparite dal mercato. Come il disinfettante. Non so di cosa mi preoccupo. Oggi ho sentito l’infermiere della casa di riposo e mi ha confermato che la mamma sta bene. Chiede di me, non si ricorda che c'è il virus, non capisce che non posso andarla a trovare, glielo dicono ma poi come sempre si dimentica.

Adesso mi bevo il caffè, mi metto tre cucchiaini di zucchero per tirarmi su il morale. Basta un poco di zucchero e la pillola va giù pillola va giù pillola. Le mie pillole sono macigni che mi si fermano in gola. E mi tolgono il respiro.

Mi faccio una spremuta di limone così uccido con l’acidità qualsiasi estraneo si sia insediato nella mia gola.