Il buio scese completo su di me che avevo quasi 11 anni.
Quando mia madre si riprese dall’esaurimento la vita ricominciò lentamente a prendere una piega normale. La crisi depressiva cessò che io avevo ormai nove anni e fu allora che lei, una sera, venne nella mia camera e si sedette sul mio letto. Devi sapere anche tu la bella notizia. Una notizia stupenda. Io la osservavo senza capire. La mamma ti regala un fratellino! Io non feci una piega. Non sei contenta? Preferirei una sorellina. Facciamo anche quella se vuoi. Ma prima arriva il fratellino. E se non mi piace, mamma, posso cambiare il regalo con una nave a motore? Mia madre non aveva senso umoristico soprattutto su quell’argomento. Si alzò offesa e tornò in salotto. Venne mio padre a darmi la buonanotte. La mamma ci tiene molto sai... cerca di esserne felice. Se lei è contenta siamo tutti contenti.
Ma io non ero contenta. E non volevo fingere di esserlo per fare piacere a lei. Non lo volevo quel coso. Non avevamo mica bisogno di un moccioso ora che le cose si erano rimesse a posto. Potevamo andare di nuovo in vacanza al mare insieme.
Io ero ormai grande e con papà avevamo fatto dei progetti di prendere una barca e scendere un fiume. Avventure e letture era il nostro motto. E non prevedevano un marmocchio piagnucoloso a cui avremmo dovuto dar retta. Io non lo volevo quel fratellino. E speravo e mi immaginavo che si ammalasse e morisse per liberarmi di lui. Invece dopo due mesi quasi morì la mamma. Una sera iniziò a star male. Urlava dal dolore e mio padre la caricò in auto e la portò in ospedale. Arrivò nonna Adelina a mettermi a letto. Io non riuscivo a prendere sonno. Sapevo che era colpa mia se il bambino si era ammalato e se ora moriva con lui anche la mamma io... io... Feci un fioretto. Se la mamma sopravvive io rinuncio alle vacanze e non leggo per un mese. E non mangio dolci. Sentii mio padre rientrare. Disse in corridoio ha perso il bambino. Speriamo che si riprenda.
Si riprese per continuare la sua crociata pro Gustavo.
Fu allora che il buio scese su di me. Avevo quasi 11 anni.
Quando mia madre si riprese dall’esaurimento la vita ricominciò lentamente a prendere una piega normale. La crisi depressiva cessò che io avevo ormai nove anni e fu allora che lei, una sera, venne nella mia camera e si sedette sul mio letto. Devi sapere anche tu la bella notizia. Una notizia stupenda. Io la osservavo senza capire. La mamma ti regala un fratellino! Io non feci una piega. Non sei contenta? Preferirei una sorellina. Facciamo anche quella se vuoi. Ma prima arriva il fratellino. E se non mi piace, mamma, posso cambiare il regalo con una nave a motore? Mia madre non aveva senso umoristico soprattutto su quell’argomento. Si alzò offesa e tornò in salotto. Venne mio padre a darmi la buonanotte. La mamma ci tiene molto sai... cerca di esserne felice. Se lei è contenta siamo tutti contenti.
Ma io non ero contenta. E non volevo fingere di esserlo per fare piacere a lei. Non lo volevo quel coso. Non avevamo mica bisogno di un moccioso ora che le cose si erano rimesse a posto. Potevamo andare di nuovo in vacanza al mare insieme.
Io ero ormai grande e con papà avevamo fatto dei progetti di prendere una barca e scendere un fiume. Avventure e letture era il nostro motto. E non prevedevano un marmocchio piagnucoloso a cui avremmo dovuto dar retta. Io non lo volevo quel fratellino. E speravo e mi immaginavo che si ammalasse e morisse per liberarmi di lui. Invece dopo due mesi quasi morì la mamma. Una sera iniziò a star male. Urlava dal dolore e mio padre la caricò in auto e la portò in ospedale. Arrivò nonna Adelina a mettermi a letto. Io non riuscivo a prendere sonno. Sapevo che era colpa mia se il bambino si era ammalato e se ora moriva con lui anche la mamma io... io... Feci un fioretto. Se la mamma sopravvive io rinuncio alle vacanze e non leggo per un mese. E non mangio dolci. Sentii mio padre rientrare. Disse in corridoio ha perso il bambino. Speriamo che si riprenda.
Si riprese per continuare la sua crociata pro Gustavo.
Fu allora che il buio scese su di me. Avevo quasi 11 anni.