Buongiorno Quaderno,
questa mattina sono andata alle 07.30 a fare la spesa. L’orario dell’apertura. Credevo di essere l’unica. Invece ho dovuto fare la coda. Mettermi alla distanza di un metro con il mio carrello dalla persona che mi precedeva. Mi hanno offerto un paio di guanti di un colore blu intenso e del disinfettante per le mani.
questa mattina sono andata alle 07.30 a fare la spesa. L’orario dell’apertura. Credevo di essere l’unica. Invece ho dovuto fare la coda. Mettermi alla distanza di un metro con il mio carrello dalla persona che mi precedeva. Mi hanno offerto un paio di guanti di un colore blu intenso e del disinfettante per le mani.
Molti vecchietti e vecchiette con la mascherina erano già all’opera per riempire il carrello. Il personale era molto affaccendato per colmare gli scaffali con la merce. A me piace fare la spesa. Conosco le cassiere ormai. Da trent’anni faccio qui le mie compere. Però mai così presto. Ci vado verso le dieci quando iniziano ad arrivare le persone della mia età. La mia età di ora. Alla mia età di allora invece dormivo fino a tardi e se uscivo era verso mezzogiorno. Ed è a quell’orario che incontrai Eros. Ci siamo contesi un cavolfiore e poi a ridere tutti e due come matti a dirci ma no prendilo tu, ma no davvero non fa niente prendilo tu. Siamo finiti a bere un caffè e ci siamo ripromessi di cucinarlo insieme quel cavolfiore.
Da allora sono rimasta zitella. Piccole avventure senza importanza. Non so perché ho regalato il mio cuore a quel cavolfiore e la mania della spesa settimanale è diventata il mio rito. Forse è la volta buona. Forse incontro un altro Eros. Forse. E così mi guardo in giro a sessant’anni come una ventenne solo che non osservo le chiome nere ma quelle bianche. Sorrido agli uomini che non sono abituati a fare la spesa da soli perché sono abituati a farsi dire da una donna cosa mettere nel carrello. Li riconosci subito. O sono vedovi o hanno la donna a casa malata. Alle volte li aiuto per compassione. Oggi però è stato molto diverso. Vedere i volti con la mascherina mi faceva molto effetto. E poi ognuno manteneva la distanza per evitare contatti pericolosi per il virus. Nessuno parlava e persino fra le coppie si sussurravano frasi smozzicate. Gli sguardi non si fermavano sugli altri, restavano a terra o persi nel vuoto antistante. Ognuno aveva messo una barriera che non doveva essere oltrepassata. Ci sentivamo già appestati o portatori di peste. E ci si guardava in cagnesco per riconoscere sulla fronte il marchio maledetto. Covid-19. Mi è caduto un sacchetto mentre prendevo il pane e una commessa lesta lo ha raccolto come fosse materiale radioattivo, lo ha accartocciato e buttato via. Non si preoccupi signora! Mi dispiace... Va tutto bene.
Sono arrivata davanti allo scaffale della pasta. Era vuoto. Anche quello della farina. Ho cercato le lenticchie, i ceci, i fagioli secchi. Vuoto. I pelati erano terminati. Ho avuto più fortuna con la carta igienica. Pochi pacchi. I più costosi. Ne ho fatto scorta. Mi sono avviata alla cassa. Anche la cassiera era meno loquace del solito. Si avvertiva una punta di amarezza nel sorriso forzato. Nel pagare inavvertitamente le ho toccato la mano. Non devo dimenticare di disinfettarmi. E lavarmi le mani appena arrivo a casa. Non devo toccarmi la faccia, il naso e gli occhi.
Ho anche lavato i guanti blu. Non sono riuscita a buttarli via. Li terrò come portafortuna fino a che questa situazione si sarà risolta.
Quando ho chiuso la porta del mio appartamento a chiave ho sospirato. Mi sono resa conto che in questa tempo non ho pensato una volta a Eros. E mi sono sentita molto sola. E vuota come gli scaffali del supermercato.
Ho anche lavato i guanti blu. Non sono riuscita a buttarli via. Li terrò come portafortuna fino a che questa situazione si sarà risolta.
Quando ho chiuso la porta del mio appartamento a chiave ho sospirato. Mi sono resa conto che in questa tempo non ho pensato una volta a Eros. E mi sono sentita molto sola. E vuota come gli scaffali del supermercato.