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Mark

︎Totentanz
la quarantena

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Mark

Giorgia, giorno 23

︎


Un mostro




Ricordare fa male, ma ignorare i ricordi non li cancella comunque. I ricordi dovrebbero svanire appena le azioni sono compiute. Un restart di tutto l'impianto senza salvare i dati appena accaduti. Come fa mia madre. In fondo dovrebbe vivere meglio ora che non ricorda. Ma il suo corpo ne è ancora impregnato. Anche se non sa, li sente. Bussano alla sua coscienza producendo il dolore, la rabbia, l'impotenza. Ora che la quarantena mi obbliga all'immobilità e mi obbliga a non renderle visita, i ricordi vengono a galla man mano come pesci morti che galleggiano a pancia in su.


Mi sono decisa a spegnere il televisore e a togliere la spina. A leggere il quotidiano omettendo le notizie che non siano informazioni necessarie sullo stato attuale di emergenza. Ho ripreso ad ascoltare musica e a leggere. Non rispondo a messaggi, mail, sms, facebook, twitter che contengono news sul Covid-19, presunte vere o bufale che siano. Ho tagliato fuori dalla mia vita il superfluo e la scemenza. E non è poco.


Da quando mi hanno lasciata a casa trent'anni fa come un inutile fardello mi sono riempita di cibo, pattume televisivo, riviste di moda, grandi fratelli e affini, shopping, incontri con ex colleghe a sparlare di tutti. Ho rasentato una nuova depressione e il fantasma del passato mi ha spinto a fare qualunque cosa pur di non cedere all’apatia e all’isolamento. A fatica. Occuparmi di mia madre non mi ha alzato il morale. Per un anno ho finto di essere ancora al lavoro per non affrontare il suo disprezzo. Poi mi sono inventata un pensionamento anticipato per gli anni di servizio nella fiduciaria fingendo gratitudine per il loro ben servito. Il ben servito me lo hanno dato ma in altro modo. Fra me e una nuova stagiaire tutta tette e poco tatto, nel momento della ristrutturazione aziendale, la scelta era stata facile.

Ci dispiace, le auguriamo buona fortuna per la sua carriera. Mi hanno dato una specie di liquidazione per farmi stare zitta. A quello servono i soldi. E io pensavo che mi avessero convocata per un avanzamento dopo trent’anni di lavoro ineccepibile. Trent’anni della mia vita a far guadagnare soldi, con mezzi più o meno leciti, a gente ricca per farla diventare più ricca. Sempre chiusa in un ufficio perché non ero di bella presenza, non avevo i numeri per ricevere i clienti che anche l’occhio vuole la sua parte. La zitella dietro alle quinte di cui nessuno della clientela conosceva l’esistenza.


Oggi ci sei domani non servi più. Catapultata nella disoccupazione senza via d’uscita. A 55 anni sei uno scarto vivente. Mentre mia madre iniziava il suo declino, io vagavo nell’incoscienza e non l'avvertivo pur di stare a galla.

A me non servirà che il 27 aprile per il primo piano di ripresa delle strutture i parrucchieri e gli istituti di bellezza riapriranno i loro negozi. Sono ingrassata, imbruttita, inacidita. Sono un mostro.


Così mi ha trovata il famigerato Covid-19. E forse si è spaventato. Anche lui non mi vuole. Si è girato dall’altra parte disgustato. Ma mi ha concesso del tempo. E io ne sto approfittando. Ora che ho tempo mi accorgo come il tempo avrebbe dovuto essere quando di tempo non ne avevo!