Buongiorno Quaderno,
stanotte mi sono svegliata per la sete e poi perché mi è arrivato un messaggio, un suggerimento da mia madre. Non devi ridere ma il messaggio era non dimenticare la carta igienica. Questa cosa mi ha messo l’ansia anche se alle 5 di mattina non potevo fare nulla. Però non sono riuscita a riaddormentarmi. Così ho controllato quanta carta igienica avevo in gabinetto, ho fatto dei calcoli approssimativi e alla fine mi sono detta che se volevo sopravvivere dovevo comperarne di più. Mi sono fatta un caffè e mentre preparavo la moca mi sono rivista bambina e mi sono ricordata di quando facevo la pipì a letto e del terrore che avevo di addormentarmi.
E di come mi svegliavo ansiosa e di come controllavo il mio pigiama e le lenzuola e della vergogna per averla fatta. E di cosa non avrei dato per poter dire a mia madre: il letto è asciutto. L’impotenza dinnanzi a una tragedia di cui ero artefice ma inconsapevolmente. E i tentativi di nascondere il tutto togliendomi il pigiama e nascondendolo e vestendomi in fretta e chiudendo la mia vergogna sotto il lenzuolo e la coperta. Per sempre. Tutto umido. Tutto ricoperto di muffa.
stanotte mi sono svegliata per la sete e poi perché mi è arrivato un messaggio, un suggerimento da mia madre. Non devi ridere ma il messaggio era non dimenticare la carta igienica. Questa cosa mi ha messo l’ansia anche se alle 5 di mattina non potevo fare nulla. Però non sono riuscita a riaddormentarmi. Così ho controllato quanta carta igienica avevo in gabinetto, ho fatto dei calcoli approssimativi e alla fine mi sono detta che se volevo sopravvivere dovevo comperarne di più. Mi sono fatta un caffè e mentre preparavo la moca mi sono rivista bambina e mi sono ricordata di quando facevo la pipì a letto e del terrore che avevo di addormentarmi.
E di come mi svegliavo ansiosa e di come controllavo il mio pigiama e le lenzuola e della vergogna per averla fatta. E di cosa non avrei dato per poter dire a mia madre: il letto è asciutto. L’impotenza dinnanzi a una tragedia di cui ero artefice ma inconsapevolmente. E i tentativi di nascondere il tutto togliendomi il pigiama e nascondendolo e vestendomi in fretta e chiudendo la mia vergogna sotto il lenzuolo e la coperta. Per sempre. Tutto umido. Tutto ricoperto di muffa.
Ma mia madre era implacabile e riconosceva dall’espressione del mio viso che ero colpevole. Colpevole di aver bagnato come una poppante, io che avevo quasi sei anni. E il suo sguardo severo mi trafiggeva. Come potevo fare ancora pipì a letto? Fra poco sarei andata a scuola e lei avrebbe dovuto dirlo a tutti, alla maestra e alle altre bambine. E così sarebbero venuti tutti a conoscenza del fatto che me la facevo ancora addosso. Tutti. Anche Alvaro. E mi avrebbero preso in giro e appioppato nomignoli dispregiativi. Finché mia madre ha deciso di svegliarmi prima che lei andasse a letto per farmi fare pipì e pian piano le cose sono migliorate. Ricordo ancora lo strazio di emergere da un sonno profondo senza sogni e camminare a piedi scalzi fino in bagno mentre la sua voce non smetteva di tenermi sveglia sul gabinetto come quei torturatori che impediscono alle vittime di addormentarsi durante gli interrogatori. Ancora per lungo tempo mi sono svegliata toccando il lenzuolo sotto di me con il terrore che fosse bagnato.
Comprerò una grande scorta di carta igienica, così tanta da potermi mummificare i ricordi dolorosi e allontanarli da me.
Comprerò una grande scorta di carta igienica, così tanta da potermi mummificare i ricordi dolorosi e allontanarli da me.
Non c’è più carta igienica nei supermercati, il delirio ha già attaccato come il virus la gente, che fa incetta dei prodotti basilari per la sopravvivenza a lungo termine. Devo riprovare domani e in caso di necessità compero la carta da cucina. E se proprio va male raccolgo i giornali invece di buttarli. Una volta si faceva così. Al profumo di inchiostro di tipografia.