🎧Ascolta Giorgia:
Caro Paolo,
Oggi mettendo a posto l'armadio per fare spazio alle provviste mi sono tornate in mano le tue gioie e le tue cartoline.
15 per l'esattezza. Una per anno. Dal Grigioni. Dalla Romagna. Dalle Dolomiti. Da Bienne... Le frasi di saluto sempre identiche con la dicitura finale mi manchi. Le ho messe per terra nel corridoio. Hanno tutte la stessa tonalità di beige e grigio come i tuoi vestiti. Ritraggono località turistiche, ma le foto sono datate, quei colori sono vecchi come noi. Ho controllate la spedizione, sempre in estate.
Come avrai fatto a spedirle? Di nascosto? Mentre i ragazzi erano in piscina e tua moglie leggeva le riviste? Ragazzi? Ormai saranno adulti.
Ho cercato di ricordarmi il tuo volto. Con fatica. I baffi spioventi li rammento e quello sguardo da cane buono. I nostri luoghi di incontro sarebbe meglio dimenticarli. La tua auto Audi Berlina color tabacco, l'appartamento di tuo fratello che odorava di chiuso e fumo stantio, lo chalet minuscolo di tuo cugino. Eri gentile e premuroso. Ma sposato e avevi paura di tua moglie. Come mio padre.
Non so per quale motivo io abbia accettato il tuo goffo corteggiamento. Forse la noia. Forse perché non c'era nessun altro che mi degnasse di un'occhiata. Avevi dieci anni più di me. Io stavo arrivando alla trentina e avevo perso ogni speranza. Speranza di una relazione seria. Di assatanati ne è pieno il mondo. Io non sono mai riuscita ad avere relazioni puramente sessuali. Odio entrare in un bar con gli uomini al banco che ti guardano direttamente sotto alla gonna. Non è quello che cerco. Ma non cercavo neppure un uomo ammogliato con prole. Questo naturalmente me lo hai detto DOPO.
Ti sei immaginato la piccola avventura estiva e invece ti sei invischiato nella tua stessa melma. Ti sei innamorato mentre io giocavo per passare le settimane a ricevere fiori e piccole attenzioni. Era chiaro che non sarebbe durata e invece l'abbiamo tenuta in piedi per quasi quattro anni. E in quel tempo io mi sono affezionata a te, ai tuoi, baffi, ai tuoi completi grigio beige e ai tuoi orari. I ragazzi crescevano e io mi illudevo che forse avremmo potuto magari costruire insieme un futuro, non passionale, ma tenero.
Poi ci ha pensato il destino. O meglio tua moglie Ombretta. Rimasta incinta di un nuovo pargolo. Dopo dieci anni. Un dono dal cielo. Già. E tu non potevi far altro che rientrare in famiglia per accollarti questa nuova responsabilità. Hai troncato con la morte nel cuore. Mi hai cercata ancora ma io non mi sono fatta trovare. E ogni anno una cartolina. Per 15 anni. Come l'età del tuo ultimo rampollo. Poi il silenzio.
Oggi ho preso le 15 cartoline e le tue gioie e le ho messe in una grande busta con questa lettera. Non potendo inviarla a casa tua l'ho indirizzata, affrancata e buttata nella spazzatura. Come se l'avessi spedita.
Al macero.
Mi sono liberata di te, di tua moglie e dei tuoi figli. E respiro meglio.
PS: in questi giorni hanno annunciato che vi è una riduzione del 50% del biossido di azoto, principale inquinante dell'aria nella Pianura Padana. Il virus attacca i nostri polmoni ma almeno indirettamente pulisce l'aria per il nostro apparato respiratorio. Forse così troverà miglior cibo purificato con cui sfamarsi.
Oggi mettendo a posto l'armadio per fare spazio alle provviste mi sono tornate in mano le tue gioie e le tue cartoline.
15 per l'esattezza. Una per anno. Dal Grigioni. Dalla Romagna. Dalle Dolomiti. Da Bienne... Le frasi di saluto sempre identiche con la dicitura finale mi manchi. Le ho messe per terra nel corridoio. Hanno tutte la stessa tonalità di beige e grigio come i tuoi vestiti. Ritraggono località turistiche, ma le foto sono datate, quei colori sono vecchi come noi. Ho controllate la spedizione, sempre in estate.
Come avrai fatto a spedirle? Di nascosto? Mentre i ragazzi erano in piscina e tua moglie leggeva le riviste? Ragazzi? Ormai saranno adulti.
Ho cercato di ricordarmi il tuo volto. Con fatica. I baffi spioventi li rammento e quello sguardo da cane buono. I nostri luoghi di incontro sarebbe meglio dimenticarli. La tua auto Audi Berlina color tabacco, l'appartamento di tuo fratello che odorava di chiuso e fumo stantio, lo chalet minuscolo di tuo cugino. Eri gentile e premuroso. Ma sposato e avevi paura di tua moglie. Come mio padre.
Non so per quale motivo io abbia accettato il tuo goffo corteggiamento. Forse la noia. Forse perché non c'era nessun altro che mi degnasse di un'occhiata. Avevi dieci anni più di me. Io stavo arrivando alla trentina e avevo perso ogni speranza. Speranza di una relazione seria. Di assatanati ne è pieno il mondo. Io non sono mai riuscita ad avere relazioni puramente sessuali. Odio entrare in un bar con gli uomini al banco che ti guardano direttamente sotto alla gonna. Non è quello che cerco. Ma non cercavo neppure un uomo ammogliato con prole. Questo naturalmente me lo hai detto DOPO.
Ti sei immaginato la piccola avventura estiva e invece ti sei invischiato nella tua stessa melma. Ti sei innamorato mentre io giocavo per passare le settimane a ricevere fiori e piccole attenzioni. Era chiaro che non sarebbe durata e invece l'abbiamo tenuta in piedi per quasi quattro anni. E in quel tempo io mi sono affezionata a te, ai tuoi, baffi, ai tuoi completi grigio beige e ai tuoi orari. I ragazzi crescevano e io mi illudevo che forse avremmo potuto magari costruire insieme un futuro, non passionale, ma tenero.
Poi ci ha pensato il destino. O meglio tua moglie Ombretta. Rimasta incinta di un nuovo pargolo. Dopo dieci anni. Un dono dal cielo. Già. E tu non potevi far altro che rientrare in famiglia per accollarti questa nuova responsabilità. Hai troncato con la morte nel cuore. Mi hai cercata ancora ma io non mi sono fatta trovare. E ogni anno una cartolina. Per 15 anni. Come l'età del tuo ultimo rampollo. Poi il silenzio.
Oggi ho preso le 15 cartoline e le tue gioie e le ho messe in una grande busta con questa lettera. Non potendo inviarla a casa tua l'ho indirizzata, affrancata e buttata nella spazzatura. Come se l'avessi spedita.
Al macero.
Mi sono liberata di te, di tua moglie e dei tuoi figli. E respiro meglio.
PS: in questi giorni hanno annunciato che vi è una riduzione del 50% del biossido di azoto, principale inquinante dell'aria nella Pianura Padana. Il virus attacca i nostri polmoni ma almeno indirettamente pulisce l'aria per il nostro apparato respiratorio. Forse così troverà miglior cibo purificato con cui sfamarsi.