Giorno 26
Giorno 26
Michele︎
Hazzard - IV Cornice
Il fatto di essere lì, all'interno del negozio con una bottiglia di vino, un panino per cena e come unica luce lo schermo del portatile mi faceva sentire come un intruso in un luogo dove non si può campeggiare. L'eccitazione mi teneva sveglio.
Sofia︎
La banalità del Bene
Di notte Milano è ancora più spettrale e silenziosa e in qualche modo romantica, non so perché mi fa pensare ad una sonata di Satie. I parchi chiusi erano pieni di margherite addormentate, tra le pietre del pavè stava spuntando l'erba e l'aria era profumata di primavera.
Giorgia︎
Al macello
L'odore era inequivocabile. Disinfettante misto ad aglio fritto e fumo. Io sedevo su una sedia sgangherata. Alla parete una stampa ricamata con una fontana e alcuni personaggi. Brutta da morire. Ma quella era l'anticamera della morte.
Traugott︎
Sempre per primo l’arto ferito!
Due volte all‘anno l‘ho fatta lavare, insieme ai vestiti che non uso mai e che nell'armadio, piegati o pendenti, aspettano pazientemente di essere regalati alla Croce rossa dopo la mia triste dipartita.