Buongiorno a tutti. E’ di nuovo domenica. Mi accorgo che lo squillare delle campane, chiamanti a raccolta, questa mattina non l’ho seguito. La mia “raccolta" era la mia amante segreta mattutina: Totentanz. Bel nome per un'amante! Oggi ho preferito seguire la proposta di mia moglie, compagna di vita, viva e vegeta, di avventure e sventure, con la quale ho trascorso del tempo vivifico e prezioso. Con lei ho seguito le “Briciole" seminate da Michele, non ancora lette, e la ferale, triste notizia della morte di Traugott. Alla lettura dell’annuncio funebre ho detto mentalmente un Requiem. Ma so, non so perché, che ogni morte equivale a una rinascita, immagino, senza aver letto che Traugott rinasca come Ernst.
Si, ho seguito la proposta di mia moglie di andare a passeggiare in Valle. Non immaginate che regalo mi ha fatto! Là, sopra alla vivifica cascata, rinfrescante di giocose goccioline, umide qual tanto che basta, ho visto Lui, pietrificato nella statuarietà della morte: Traugott!
Mi guardava enigmatico. Pietrificato. Ma ecco che, con lo sguardo, mi ha indicato la via da percorrere, seguire i rigagnoli del ruscello, fattosi reale, lungo la vallata.
La cascata è formata da quattro balze, più piccole, accompagnate da un fluire più ampio nel suo cadere acquifero nella sottostante pozza accogliente.
Quattro rigagnoli: Michele, Traugott, Giorgia e Sofia. Ma guarda! Faccio caso, solo ora, che le protagoniste portano il nome di due delle mie nipotine. Le amo anche solo per questo! Ritornando sui miei passi, assaporo i suoni delle cascatelle, dei rigogli nelle pozze, lo scorrere placido, poi di nuovo tortuoso e rumoreggiante del riale. Riale a me caro fisicamente, per tutte le emozioni profonde che mi risveglia. Caro metaforicamente, per il simbolo che oggi ho letto in lui, simbolo della mia amante quotidiana: Totentanz.
Quest'amante che, va a toccare i nervi scoperti della melodia della mia vita, così impunemente, senza ritegno! Ma le dico: GRAZIE! Grazie per aprirmi gli occhi, a briciole della mia vita, tenute soffocate nel mio essere. Ecco che, come mini bolle, scoppiettano e continuano il loro percorso lungo il viale della mia vita. Laggiù, intravvedo l’affluenza in qualcosa di più grande di me, della mia capacità cognitiva di comprendere, del mio esistere qui, ora e in questo momento di quarantena. Ma come sempre il “sabato del villaggio” è più importante della festa che verrà! Il vivere l’attesa, il gioire del presente, pur limitato nel limbo della quarantena, è radioso, speranzoso. Questa speranza del reale, che sgorga e continuerà a scorrere, a volte, in fili argentei di goccioline, voglia essere il mio augurio a tutti voi e un grazie per il vostro impegno a far fiorire la nostra essenza.
P.s. Sono un lettore dalla matita in mano, per questo, per assaporare completamente quanto leggo, ho bisogno del cartaceo e mi sono permesso si stampare i vostri scritti, così da assaporarli nella loro piena scoppiettante sonorità di parole! Parole che hanno rimandi, collegamenti, mondi … che, per mia incapacità, non so ancora cogliere, sullo schermo del telefonino o del computer.
Buona domenica. Ora mi immergo nelle acque profonde del trentatreesimo giorno.
Alla prossima.